15 agosto 1971, finisce un mondo

Stati Uniti rendevano il dollaro fluttuante, si chiudeva così col Gold Standard, venivano meno gli accordi di Bretton Woods

L’economia italiana ancorata al dollaro iniziò a tremare tremendo per i nostri settori di esportazione: il tessile e calzature

 

Il presidente Richard Nixon lo annunciò alla televisione. Finiva il sistema monetario internazionale del dopoguerra che costringeva ogni paese a riferire la sua valuta alla giacenza aurifera dello stato che emetteva la specifica divisa. Furono sospesi cambi e quotazioni. Nixon lo faceva per rilanciare l’economia americana e rendere il dollaro libero dai rigori. Erano prossime le elezioni che lo avrebbero visto nuovamente vincente, ma la preoccupazione delle grandi imprese americane non era solo di difesa del proprio estabilishment. Gli States dovevano rilanciare davanti ad alcuni stati dell’Occidente sempre più baldanzosi sul mercato. Un atteggiamento più aggressivo sulla valuta avrebbe creato non pochi problemi alle economie emergenti, tra queste la nostra.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - In perlustrazione con l’auto contraffatta, ladre messe in fuga dai vicini

La riflessione sotto l’ombrellone di questo 2021 non vuole fare confronti tra cinquanta anni fa ed oggi. Gli accadimenti intercorsi sembrano segnare mezzo millennio, non mezzo secolo.

Tantomeno si vuole aggiungere alla critica del liberalismo americano o di qualsiasi altra configurazione nazionale. Non serve essere un economista per dire che già cinquanta anni fa la centralità dell’oro era di fatto superata. Il tentativo monetarista di Nixon voleva costituire una nuova centralità, quella della moneta.

E sulle aggressioni agli incursori commerciali in Europa venti anni fa circa è stata inventata una nuova divisa che invece aveva una finalità, per così dire, protezionistica. Non si voleva consentire che economie forti superassero l’appetibilità delle merci europee giocando sulla maggiore forza delle loro monete.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - Sventa il furto e rincorre il ladro, ventenne investito dall’auto in fuga

Questa misura ha portato sicuramente a risultati apprezzabili ma solo parziali. Al di là dell’avere acquisito una forza derivata da una moneta che tiene, la nuova centralità oggi consiste nella capacità di imporre grandi quantità produttive. Quindi la nuova centralità è tornata ad essere quella delle merci, ma anche di realizzare grandi infrastrutture. In sostanza la Cina in questo nuovo quadro appare come dominante e il legame all’oro un ricordo della Storia come le Crociate o l’Impero Romano.

Resta però decisivo il richiamo della fluttuazione di denaro e merci ad un ancoraggio in grado di dare solidità e credibilità agli scambi.

 

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.