Carceri, suicidio a Regina Coeli la Camera penale di Roma lancia l’allarme

Il presidente Vincenzo Comi: “Stop all'abbandono del sistema carcerario”

Nel carcere di Regina Coeli la sera di venerdì 11 febbraio un detenuto di 24 anni accusato di rapina si è tolto la vita inalando gas dalla bomboletta di un fornello da campeggio. Si tratta del 12esimo suicidio nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno. “La media si porta così a un suicidio ogni tre giorni e mezzo, cui vanno aggiunti anche i due appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita in questo 2022 ancora alle battute iniziali, ma funesto come non mai nelle prigioni” ha commentato Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria che ha diramato la notizia.

L’ALLARME ALLA MINISTRA 

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Sul caso è intervenuto anche il presidente della Camera penale di Roma, Vincenzo Comi.
“Mi rivolgo alla Ministra della Giustizia Cartabia di cui conosciamo la sensibilità e l’umanità: non sente l’urgenza di ripristinare la legalità degli istituti penitenziari e non consentire più questa barbarie?”, ha detto Comi, “I detenuti sono persone nelle mani dello Stato! Cosa deve succedere per scuotere le coscienze degli uomini di governo e interrompere questa tragedia che trasforma le carceri in cimiteri? Noi avvocati penalisti romani denunciamo da sempre questo stato di abbandono del sistema carcerario nel Lazio. Lo abbiamo gridato in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario proprio qualche settimana fa sollecitando un intervento urgente ma purtroppo tutto è rimasto fermo ed ecco oggi l’ultima tragedia. Lo pensi la ministra che senza una riforma domani piangeremo altri morti nelle carceri. E saranno morti sulla coscienza di chi ha la responsabilità di ripristinare la legalità”.

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