Rischiano il tracollo a causa del rallentamento delle procedure che consentono di monetizzare i bonus fiscali, da quelli del 110 (super bonus) a quello sismico, da quello per le facciate al vecchio credito fiscale per le ristrutturazioni.
E’ la condizione vissuta da circa seimila piccole e medie imprese edili in tutta Italia, che da mesi si sono costituite in “Class action nazionale dell’edilizia” con l’obiettivo di sbloccare l’impasse e accelerare le procedure. Procedure bloccate dopo la scoperta di alcune truffe e sospette truffe sui Bonus.
Per questo venerdì primo aprile centinaia di imprenditori edili arrivati dal Nord e dal Sud hanno di nuovo manifestato davanti alla sede di Poste Italiane in viale Europa a Roma affinché vengano sbloccati urgentemente i crediti edilizi che Poste ha chiuso in maniera unilaterale a imprese e professionisti su contratti ancora in essere.
A supportare le aziende c’erano il Senatore Agostino Santillo, la Senatrice Gabriella Di Girolamo e il Senatore Gabriele Lanzi, mentre erano assenti gli Onorevoli Riccardo Fraccaro e Alessio Villarosa che da mesi affiancano gli imprenditori in quella che appare come una guerra per la sopravvivenza.
Il sit-in di venerdì in viale Europa non ha ottenuto l’effetto sperato: è stato infatti rinviato per l’ennesima volta l’incontro coi vertici di Poste, principale interlocutore nella procedura della cessione dei crediti maturati prevalentemente con il sistema dello sconto in fattura.
Secondo il Comitato, il settore edile, dopo i mesi drammatici del primo lock down, aveva registrato una soddisfacente ripresa delle attività, soprattutto grazie al superbonus, ideato e voluto per consentire il miglioramento energetico del patrimonio edilizio, consentendo alla committenza di disporre i lavori ingenti. Lavori che le imprese monetizzavano con lo sconto in fattura e quindi la successiva cessione del credito.
“Nonostante nel precedente sit-in ci fosse stato promesso un incontro e nonostante anche i senatori lo abbiano sollecitato da parecchio tempo, anche stavolta non siamo stati ricevuti – ha spiegato il rappresentante di “Class action nazionale dell’edilizia” a RadioRadio – Venerdì Poste Italiane ha preso l’impegno di fissare un incontro in settimana con l’amministratore. Vediamo se saranno di parola”.
“Senza Poste Italiane – ha spiegato il rappresentante del comitato di imprenditori – senza Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti il meccanismo della cessione dei crediti e dei Bonus edilizi è impossibile e non potrà mai stare in piedi. Inoltre ci sono situazioni gravi di cessione di crediti respinti senza motivo da parte di Poste Italiane.
L’idea che ci siamo fatti è che il funzionario di Poste coraggioso accetta la pratica e la manda in liquidazione, mentre il funzionario meno coraggioso la rifiuta: insomma, non c’è una linea univoca e si procede a discrezione di chi gestisce la pratica. Per il sospetto di truffe viene criminalizzato l’intero settore.
Siamo al collasso e la parte politica non capisce che il tempo non c’è più: le aziende vanno salvate subito”.