GUIDONIA – Cave, il Comune vuole 13 milioni di euro di Imu

La concessionaria dei tributi ha notificato alle aziende estrattive tre annualità insieme applicando una tariffa fuori mercato

E’ legittimo notificare avvisi di accertamento relativi a tre annualità tutti insieme? E’ legittimo applicare una tariffa riconosciuta come fuori mercato sia dalla Giurisprudenza che dalla relazione di un esperto commissionata e pagata dall’amministrazione comunale?

Sono le domande poste ieri, venerdì 17 giugno, nell’ambito di una conferenza stampa da parte dei rappresentanti del Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano (Cvtr), il consorzio delle aziende estrattive di Guidonia Montecelio.

Gli industriali hanno annunciato gli ennesimi ricorsi davanti alla Commissione Tributaria Regionale nei confronti della “Tre Esse Italia Srl”, la concessionaria dei Tributi con la seconda proroga contrattuale in scadenza il prossimo 30 giugno.

Proprio ieri “Tre Esse Italia” ha infatti notificato alle aziende gli avvisi di accertamento Imu (Imposta municipale unica) relativi alle annualità 2019, 2020 e 2021 applicando un valore venale delle aree estrattive pari a 54,75 euro al metro quadro stabiliti dal Consiglio comunale nel 2007.

Si tratta di avvisi relativi all’omesso/parziale versamento dell’Imu per un importo che si aggira sui 13 milioni di euro, più il 3% di interessi di mora e il 30% di sanzioni.

I cavatori annunciano di aver già saldato l’importo Imu sulla base del valore venale di 7 euro e 82 centesimi al metro quadrato, riconosciuto dalla giunta comunale nel 2008 ma non riconosciuto da Tre Esse Italia, motivo per cui le imprese si ritrovano con un debito tributario elevatissimo conteggiato dalla concessionaria dopo 15 anni di contenziosi.

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Questi avvisi di accertamento rappresentano il colpo di grazia per le aziende già alle prese con la crisi, conseguente a due anni di pandemia e dalla guerra”, ha detto ieri in conferenza stampa il presidente del Cvtr, Filippo Lippiello, affiancato dagli imprenditori Vincenzo De Gennaro della “Degemar Srl”, Elisabetta Di Maddalena della “Società del Travertino Romano Spa”, Francesco Dandini della “Fratelli Pacifici Spa”, Angelo Di Marco della “C. M. di Caucci Mario”, Paolo D’Ignazio della “G. Poggi Srl” e Fernando Coresi della omonima “Francesco Coresi e Figli Srl”.

La richiesta di tre annualità insieme – ha sottolineato Lippiello – potrebbe mettere in seria crisi le aziende nel pagamento dell’energia elettrica arrivata alle stelle e degli stipendi dei dipendenti, non escludo che qualcuna rischi perfino il fallimento se non si trova immediatamente una soluzione.

I tempi per impugnare gli avvisi di accertamento scadono il 15 agosto, è un attentato elaborato in maniera scientifica”.

Filippo Lippiello ha inoltre evidenziato che le cartelle sono state notificate nel bel mezzo del ballottaggio elettorale, in un periodo in cui non ha poteri l’amministrazione uscente che a dicembre 2020 commissionò una relazione di stima del valore venale Imu all’architetto Roberto Marongiu per chiudere il contenzioso tributario coi cavatori.

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La Tre Esse – ha specificato Lippiello – continua ad applicare una aliquota Imu gonfiata da 54,75 euro a metro quadro invece di circa 24 euro indicati come congrui dall’architetto Marongiu e da varie sentenze anche della Cassazione”.

Durante la conferenza stampa è intervenuta in collegamento telefonico anche l’assessore alle Cave del Comune di Guidonia Montecelio Elisa Strani.

Resto stupita quanto voi dalla richiesta di tre annualità in una”, ha detto il delegato uscente giurando di non conoscere le azioni intraprese da Tre Esse in accordo con il dirigente alle Finanze Nicolò Roccolino, nominato di fiducia dal sindaco uscente Michel Barbet.

Era doveroso da parte dell’amministrazione comunale – ha aggiunto Elisa Strani – individuare un valore venale unico, qualunque esso sia, per eliminare l’ambiguità e porre fine al contenzioso tributario che non favorisce nessuno”.

Il contenzioso tra Comune e imprese ha origine 15 anni fa a causa di un errore macroscopico commesso nel 2007 da tecnici interni all’Ente, poi corretto dalla giunta nel 2008 – ha detto infine l’imprenditore Vincenzo De GennaroA distanza di 15 anni quell’errore è ancora vigente, così Tre Esse emette cartelle infondate e incassa un aggio sull’accertato. A chi conviene non correggere quell’errore?”.

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