Morto a 94 anni Milan Kundera

Lo scrittore ceco si era trasferito a Parigi nel 1975 ed era naturalizzato francese

Se n’è andato questa mattina Milan Kundera. Il celebre autore de “L’insostenibile leggerezza dell’essere” aveva 94 anni e risiedeva in Francia con la sua amata moglie Vera Hrabankova. Era lontano dalle luci della ribalta da diversi anni. Si era sottratto alla vita pubblica e al contatto con i media. Si è spento serenamente in quello stesso silenzio che aveva abbracciato con convinzione.

Abilissimo pensatore, era capace d’intrecciare al racconto riflessioni filosofiche profonde, anche se mai superbe o vertiginose, e sapeva costruire trame capaci di incatenare il lettore alle pagine con un talento narrativo degno dei grandi nomi francesi dell’Ottocento, come Alexandre Dumas e Victor Hugo. Ciò è evidente soprattutto nei suoi primi romanzi: Lo scherzo (1967), La vita è altrove (1969), Il valzer degli addii (1972), in cui Kundera diede vita a trame avvincenti e ricche di colpi di scena.

Nel suo capolavoro più celebre, invece, L’insostenibile leggerezza dell’essere (1984), la trama procede senza scosse, in maniera piuttosto lineare, e l’autore lavora in maniera certosina sull’introspezione psicologica, con momenti di struggimento e angoscia e frequenti digressioni in campo politico, sociologico e filosofico, chiamando in causa Parmenide, Ludwig van Beethoven, Friedrich Nietzsche.

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«Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliamo qualcosa (l’amore) dall’altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza», scriveva in quel libro che raccontava, semplicemente, le difficoltà, i paradossi e gli inganni del sentimento più antico del mondo.

Criticò aspramente l’invasione sovietica di Praga del 1968, ritenendola una sciagura culturale. L’ultima sua apparizione pubblica risale al 27 gennaio 1984, quando fu ospite del salotto letterario televisivo di Bernard Pivot, “Apostrophe”.

Dopo L’insostenibile leggerezza dell’essere, le opere in francese sono tutte un successo globale, e hanno tutte la caratteristica del “romanzo saggio” che Kundera predilige. L’immortalità (1990), La lentezza (1995), L’identità (1997), L’ignoranza (2001), La festa dell’insignificanza (2013).

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