GUIDONIA - “Pista d’Oro”, altro che affare: i cinesi non possono costruire

L’area dell’ex kartodromo è sottoposta al “vincolone” della Soprintendenza

Sulla carta è un’area edificabile, ma in pratica non si potrebbe appendere un chiodo al muro senza il nulla osta della Soprintendenza.

E’ il retroscena del caso “Pista d’Oro”, l’ex kartodromo di via Tiburtina, a Guidonia Montecelio, da una settimana al centro del dibattito dei lettori del quotidiano on line della Città del Nordest Tiburno.Tv.

Una foto dall’alto della “Pista d’Oro”, l’ex kartodromo di via Tiburtina a Castel Arcione, nel Comune di Guidonia Montecelio

Come è noto, dal 6 novembre scorso il nuovo proprietario dell’impianto sportivo è la “Lanterne Rosse Srl”, società di import ed export con sede legale a Pomezia che si è aggiudicata la vendita all’asta bandita dal Tribunale di Ascoli Piceno per il fallimento della “Santarelli Costruzioni spa” detta anche “Saco Spa”, il colosso marchigiano protagonista di un crac da 300 milioni di euro (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Secondo indiscrezioni non confermate, alla base d’asta di 690 mila euro la “Lanterne Rosse Srl” avrebbe offerto un rialzo superiore al mezzo milione di euro.

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Nulla per la società del 50enne imprenditore cinese Xuanjin Zeng con un fatturato annuo stimato nel 2022 in 37 milioni di euro. Al momento Zeng non risulta aver presentato al Comune di Guidonia Montecelio un progetto per il futuro della “Pista d’Oro”.

Una veduta aerea dell’area di oltre 7 ettari della “Pista d’Oro”: sulla carta è realizzabile una cubatura di 144.836 metri cubi nei limiti dei vincoli esistenti

Tiburno.Tv ha tentato invano di contattare l’imprenditore cinese, mentre il revisore unico dei conti della “Lanterne Rosse Srl”, il 55enne commercialista Giovanni Mangiapia di Napoli, sostiene di essere all’oscuro dei futuri investimenti.

Una cosa è certa: il kartodromo non si tocca.

Lo hanno messo nero su bianco gli architetti Gaetano Miarelli, Pietro Somogyi e Franco Tegolini, i tre redattori del Piano Regolatore Generale di Guidonia Montecelio vigente e approvato dalla Regione Lazio nel 1976, quindici anni dopo il taglio del nastro della “Pista d’Oro” (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

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L’area della “Pista d’Oro” è gravata da due vincoli imposti dal Ministero per i Beni culturali e dalla Regione Lazio

Ma c’è di più.

Ci sono due vincoli sull’area di 72.418 metri quadrati interamente in Zona “F”, sottozona “F5” a destinazione servizi privati.

Il primo è il Vincolo Tipizzato Lineare indicato dalle norme del Ptpr, Piano Territoriale Paesaggistico Regionale, che cautela eventuali reperti archeologici 150 metri a destra e 150 metri a sinistra della Tiburtina, incombendo su quasi metà kartodromo.

Il secondo è il cosiddetto “vincolone”, imposto nel 2016 dal Ministero per i Beni Archeologici col parere favorevole della Regione Lazio, sulla base del quale attualmente la Soprintendenza sta bocciando anche i progetti di semplice ristrutturazione o costruzione di singole abitazioni nella zona tutelata. Uno scoglio insormontabile normato dagli articoli 8 e 46 delle norme tecniche di attuazione del Ptpr.

Uno scoglio che rischia di lasciare la “Pista d’Oro abbandonata a se stessa come negli ultimi decenni.

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