Latino alle medie, Bibbia alle elementari e scrittura a mano.
Sono soltanto alcune delle novità contenute nel decreto-legge che introduce le Nuove Indicazioni Nazionali (i nuovi programmi) per le scuole elementari e medie a partire dall’anno scolastico 2026-2027.
Una Riforma che fa discutere quella del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).
Per questo il quotidiano on line Tiburno.Tv ha intervistato gli addetti ai lavori, registrando le opinioni di presidi da una parte e studenti dall’altra.
La professoressa Roberta Moncado è la dirigente scolastica del Liceo Scientifico Statale “Giuseppe Peano” di Monterotondo”, ma ha diretto anche altri Istituti d’Istruzione Superiore e Istituti comprensivi nella città eretina e nei Comuni limitrofi.
– Ritiene formativo inserire l’opzione del Latino facoltativo in seconda e terza media anche per gli alunni che sceglieranno un Istituto secondario superiore in cui non si insegna il Latino?
“Dal punto di vista del diritto, essendo opzione facoltativa è un’opportunità formativa perché riguarda una scelta personale”.
– Come considera l’inserimento dello studio della Bibbia per rafforzare le conoscenze delle radici della cultura italiana?
“Premesso che ogni riforma vada letta nel suo armonico disegno, e non a spot, faccio fatica ad inquadrare questa scelta se non in un quadro più profondo di utilizzo delle fonti”.
– Non crede che sia opportuno inserire lo studio delle Religioni Comparate (Islam, Buddhismo, Induismo, Shintoismo)?
“Certo che si. Lo ritengo indispensabile nella società contemporanea”.
– Ritiene che l’insegnamento della Geo-Storia negli ultimi 15 anni sia stato utile?
“L’intento del legislatore era quello di approfondire lo studio della storia incardinato nella geografia.
Nella costruzione del pensiero critico tutto ciò che prevede associazioni e interdisciplinarità è positivo.
Non ho al momento i dati oggettivi sulla sua utilità in questi anni, ma il mio è parere favorevole”.
– Ritiene utile tornare allo studio di testi “a memoria”? E perché?
“Non sono stata mai favorevole allo studio mnemonico, ho sempre caldeggiato lo studio critico.
L’esercizio della memoria però è una delle tante competenze che possono facilitare il successo formativo. In alcune discipline un buon uso della memoria è persino propedeutico.
Nella vita, la memoria è una componente essenziale delle capacità umane (si pensi paradossalmente ai gravi disturbi dell’Alzheimer), è una delle facoltà dell’uomo, non va demonizzata né enfatizzata, va inquadrata per quello che è: funzionale alla costruzione del ragionamento critico”.
– La Riforma prevede più Musica e più Sport: secondo Lei, le scuole hanno gli spazi adeguati per implementare le discipline di studio?
“No.
La gran parte degli edifici scolastici italiani sono vetusti. Proprio vetusti.
Positivo il giudizio sulla musica che è uno dei linguaggi dei giovani ai quali dobbiamo stare vicini”.
– Come si combatte l’ “analfabetismo di ritorno”?
“Con la scintilla dell’amore per la conoscenza. Con il piacere della scoperta, con la sete e la fame della curiosità di sapere. Un docente appassionato vale mille docenti tecnicamente preparati”.
– Un voto alla proposta di Riforma da zero a dieci.
“Sul registro elettronico abbiamo la sigla N.V.: Lo studente non è al momento valutabile.
Non si pùò valutare seriamente una riforma comunicata a “spot”, manca ancora, almeno a me, la visione d’insieme, la lettura delle fonti”.