Lunedì 27 gennaio, a Rignano Flaminio, alle ore 18, presso l’Aula Consiliare, in Via Giosuè Carducci 1, in occasione del Giorno della Memoria, sarà presentato il libro “Il marchio dei diversi. Quattro storie per non dimenticare la lezione di Auschwitz” di Emilio Drudi, edito da Emia Edizioni.
Dialogherà con l’autore il giornalista Fabio Marricchi.
Saluti istituzionali del Sindaco Vincenzo Marcorelli.
Ruth Mussafia Weimberg, Ruth Rothmuller Cohen, Eli Zohar (Velimer Sorger) e Bianca Schlesinger. Quattro persone, quattro storie, quattro ebrei, tutte di origine slava. Emilio Drudi ha avuto modo di incontrarle e di intervistarle.
Le loro sono “testimonianze d’accusa” per quanto sta accadendo oggi attorno a noi. In mezzo a noi.
Perché la “lezione di Auschwitz” sembra già essere stata dimenticata.
“Lo spirito di questo mio libro – scrive Emilio Drudi nella prefazione – è conservare la memoria. Intendendo, per memoria, non il semplice esercizio del ricordo, per narrare “vecchi fatti” più o meno sepolti dagli anni, ma una cosciente, chiara “assunzione di responsabilità”, che spinga a capire come e perché quei fatti siano potuti accadere.
In quale contesto, cioè, sono maturati e quali siano stati i meccanismi che hanno portato a vedere un nemico in migliaia, milioni di donne e uomini inermi e indifesi, “colpevoli” solo perché ebrei.
Come e perché si sia messa in moto la macchina della costruzione del “diverso” e del nemico nel “diverso”.
Come e perché conoscenza e comprensione siano state spazzate via dal pregiudizio.
Come e perché la persecuzione abbia prevalso sulla solidarietà.
Come e perché milioni di uomini e donne comuni abbiano potuto accettare e collaborare a portare a termine il più grande crimine contro l’umanità”.
“Le vicende che Emilio Drudi raccoglie dalla viva voce dei protagonisti in questo testo – scrive Enrico Calamai nella prefazione – precipitano il lettore nel cuore di tenebra di un’Europa e un’Italia che in tanti ritenevamo finite per sempre.
Non vi sono riportate grandi battaglie o bombardamenti o gesta eroiche, ma le laceranti incertezze del doversi nascondere, per il semplice fatto di esistere, senza alcuna colpa individuale, e del barcamenarsi tra le insidie mortali tese da chi sta dando loro la caccia in nome del male assoluto assunto a legalità”.
Emilio Drudi, giornalista, già responsabile delle edizioni regionali e vice capo redattore della cronaca di Roma de “Il Messaggero”, ha approfondito i temi dell’immigrazione, occupandosi della tragedia dei profughi provenienti dal Sud del mondo, anche collaborando con l’agenzia “Habeshia”.
Scrive per la rivista online “Tempi Moderni”.
Sul tema dei rifugiati e dei migranti e le politiche migratorie ha pubblicato “Fuga per la Vita”, Edizioni Simple (2018).
Insieme a Marco Omizzolo ha scritto “Ciò che mi spezza il cuore. Eritrea: dalla grande speranza alla grande delusione”, un saggio pubblicato nella collettanea Migranti e Territori e “Etnografia della nuova diaspora eritrea: origini, sviluppo e lotta contro la dittatura”, nella collettanea Migranti e Diritti.
Ha pubblicato due libri legati alla persecuzione antisemita e alla Shoah: nel 2012, “Un Cammino lungo un anno, Gli ebrei salvati dal primo italiano Giusto tra le Nazioni”; nel 2014, “Non ha dato prova di serio ravvedimento. Gli ebrei perseguitati nella provincia del duce”.