TIVOLI – “Non volevo uccidere”: l’assassino di Alessandro fa ricorso in Cassazione

I legali di Ion Voicu sostengono che fu omicidio preterintenzionale: altro sconto in vista

“Ion Voicu non voleva uccidere”.

A parlare così al quotidiano on line Tiburno.Tv è l’avvocato Sandro Alimonti, uno dei due difensori del 35enne romeno Ion Voicu che ieri, giovedì 8 maggio, la Corte di Assise di Appello di Roma ha condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione per l’omicidio volontario di Alessandro Castellaccio, il 40enne di Tivoli aggredito in strada a calci in faccia il 18 giugno 2023 e deceduto il 25 giugno 2023 al policlinico “Umberto I” di Roma dopo sei giorni di agonia (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Alessandro Castellaccio detto “Sceriffo”, il 40enne di Tivoli morto dopo un pestaggio nel 2023

L’avvocato Sandro Alimonti anticipa al quotidiano on line Tiburno.Tv che presenterà insieme al collega avvocato Giuseppe Squitieri di Roma ricorso per Cassazione contro la sentenza di ieri le motivazioni della quale saranno depositate tra 45 giorni.

“Fu un omicidio preterintenzionale”, ribadisce il legale di Ion Voicu, contraddicendo il verdetto della I Sezione della Corte di Assise di Appello di Roma presieduta da Vincenzo Gaetano Capozza.

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“Nel corso del processo – spiega l’avvocato Alimonti di Tivoli – è stato dimostrato un distacco temporale di almeno 15 secondi tra il pugno sferrato da Ion Voicu e l’aggressione a calci da parte di altri soggetti non identificati tra cui Mircea Nasaf, imputato in un altro procedimento penale”.

A sentire l’avvocato Alimonti, le telecamere interne del “Baky Bar” di via Domenico Giuliani antistante piazza Codro Benedetti inquadrano Alessandro Castellaccio entrare nel locale alle ore 17,59,48 di domenica 18 giugno 2023.

Il 40enne acquista una birra ed esce all’esterno del bar dove lo attende la compagna e dove un gruppo di romeni beve alcol e ascolta musica a tutto volume.

Ai tavoli sono seduti, tra gli altri, il 51enne Mircea Nasaf e Ion Voicu insieme alla moglie e ai suoi due bambini.

Alessandro Castellaccio inizia a discutere con Aurel C. un 42enne romeno risultato estraneo al pestaggio mortale.

“Castellaccio picchia il rivale – spiega ancora l’avvocato Alimonti – ma era molto agitato, Ion Voicu lo ha colpito con un pugno perché temeva per i suoi bambini”.

Fatto sta che il pugno alla tempia da parte di Ion Voicu viene sferrato con inaudita violenza tale da far stramazzare Alessandro sul selciato a faccia avanti.

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A quel punto, la vittima viene circondata e colpita a calci in faccia almeno 5 volte.

“Ion Voicu non ha sferrato neppure un calcio – è la ricostruzione dell’avvocato Sandro Alimonti – Lo dicono i testimoni, compresa la compagna di Alessandro Castellaccio.

E dalle telecamere è possibile accertare il lasso temporale di almeno 15 secondi tra il pugno sferrato dal mio assistito e l’aggressione di gruppo.

In aula Ion Voicu ha spiegato di essere intimorito dalla reazione di Alessandro Castellaccio dopo la lite con Aurel C. e di averlo voluto fermare con un pugno.

Anche il Procuratore Generale nella sua arringa ha riconosciuto che Ion Voicu si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Non voleva uccidere Alessandro Castellaccio e non ha partecipato al pestaggio a calci in faccia”.

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