CAPENA – Delitto del giostraio, smentita l’ipotesi della faida familiare

L’intervento dell’avvocato Pietro Nicotera, difensore di uno dei tre giovani arrestati

 

 

 

 

L’aggressione mortale al giostraio di Capena Stefano “Luigi” Cena non ha origini da una faida familiare.

Stefano Cena, il giostraio di 65 anni ucciso a Capena

A smentire l’ipotesi avallata esclusivamente da alcuni organi di informazione è l’avvocato Pietro Nicotera, difensore di fiducia di Lorenzo Agueci, il 24enne di Capena arrestato all’alba di oggi, mercoledì 5 novembre, insieme ai 19enni Mohamed Azzeldin e Raul Gabriel Matei per omicidio volontario aggravato in concorso (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Sopra e sotto, due fermo immagine del video dell’aggressione mortale a Stefano Cena

I tre giovani sono attualmente detenuti nel carcere di Rebibbia come disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Tivoli, Michele Cappai, su richiesta del Pubblico Ministero Gabriele Iuzzolino.

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Venerdì 7 novembre Lorenzo Agueci, Mohamed Azzeldin e Raul Gabriel Matei compariranno davanti al Gip per essere sottoposti all’interrogatorio di garanzia.

Nel frattempo, l’avvocato Pietro Nicotera ribadisce in una nota al quotidiano on line Tiburno.Tv la posizione del 24enne arrestato, che secondo alcune testate giornalistiche sarebbe un collaboratore di Rudi Cena, fratello della vittima Stefano “Luigi” Cena.

“Intendo precisare che l’Agueci Lorenzo non è mai stato né dipendente né collaboratore del Signor Cena Rudi – scrive l’avvocato Nicotera – Il mio assistito era presente sul posto poiché fidanzato della figlia di Cena Rudi, il quale si stava intrattenendo per l’occasione in prossimità della giostra.

Questa precisazione è dovuta in quanto dagli articoli di stampa oggi pubblicati si lascia intendere dai titoli e/o dai contenuti dagli articoli che la vicenda abbia avuto origine da dissidi o diverbi a livello familiare e che i tre ragazzi fossero stati condizionati nel commettere le presunte azioni che vengano a loro contestate nell’ambito di questo stesso contesto.

Risulta pertanto alquanto inveritiero e diffamatorio quanto sostenuto essendo costretti, pertanto, a chiedere un’opportuna rettifica”.

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