Mausoleo Affile – “Se lo intitolano a Graziani, si potrà fare anche con Hitler”

Lo scenario è il processo ospitato al Tribunale di Tivoli che vede imputato il sindaco di Affile, Ercole Viri, per apologia di fascismo e vilipendio della Costituzione. L’accusa è l’aver dedicato il sacrario eretto nel parco di Radimonte ad Affile al Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani, nato nella vicina Filettino e passato alla storia come gerarca fascista.
Un processo iniziato con una prima udienza a Tivoli lunedì 21 settembre durante la quale i Comuni di Marzabotto e Stazzema, medaglie d’oro al valor militare, ma anche quelli di Massa, Montignoso, Carrara e la provincia di Massa Carrara hanno fatto richiesta al giudice Marianna Valvo di costitursi parte civile.
A seguire l’esito della prima tappa di una vicenda giudiziaria rinviata al 12 febbraio 2016 erano presenti nei paraggi del Tribunale una cinquantina tra rappresentanti dell’Anpi dei comuni toscani ed emiliani, oltre al segretario provinciale di Roma Ernesto Nassi, dell’Anpi nazionale, di Tivoli e Vicovaro.

 

“Graziani è stato un nemico della Resistenza”
graziani rodolfo“Per quale motivo questi comuni sono presenti oggi? – spiega a Tiburno l’avvocato Mandarano – Parliamo di paesi che durante la guerra hanno vissuto il dramma del fronte, erano sulla linea gotica, nelle zone dove Graziani ne fece di tutti i colori. Gli abitanti di questi centri hanno sofferto Graziani ed il suo operato sulla carne viva. I comuni presenti oggi a Tivoli sono comuni martiri della Resistenza – prosegue – dove lo Stato italiano ha eretto dei monumenti. Bene, la stessa cosa non può essere fatta per Graziani che la Resistenza ha cercato di schiacciarla. Ci sono stati altri episodi dove Comuni sono stati ammessi come parte civile, per esempio per le azioni di mafia”.

 

“Cambiare il nome al monumento o abbatterlo”
I contestatori del monumento hanno ben chiaro come si deve agire e cosa si aspettano a termine del processo: “La distruzione del monumento – rincara l’avvocato – oppure, ed è la scelta che ovviamente condividiamo di più, che esso venga intitolato alla pace e alla solidarietà tra i popoli”.

 

Chiamati a testimoniare gli ambasciatori di Etiopia e Libia
Durante l’udienza il giudice ha ricevuto le richieste di costituzione di parte civile dei Comune rimandando a febbraio la decision di accettarle. Nello stesso contesto ha accettato la richiesta di rito abbreviato proposta dalla difesa del sindaco di Affile.
“Il sindaco Viri – ha spiegato Francesco Romano Mandarano – ha chiesto il giudizio abbreviato e così si eviterà che possano essere interrogati testimoni Io avevo chiesto agli ambasciatori di Etiopia e Libia di testimoniare in questo processo, di raccontare per quale motivo Graziani è conosciuto in Africa con il nome di macellaio. Parlare del gas utilizzato contro i civili e delle deportazioni. Non ci fermeremo fino a quando non ci sarà la condanna”.

 

Richiesta di risarcimento danni al Comune di Affile
affile mausoleo“La notizia dell’intitolazione del mausoleo di Affile a Graziani non è degna dell’Italia – prosegue l’avvocato di Prato – finita sotto le critiche da parte di tutta la stampa estera. Ricordiamo che Graziani è stato condannato per collaborazionismo ovvero come traditore della patria, risulta tra l’altro esser stato radiato dall’Esercito, quindi non si può definirlo né generale e nemmeno soldato semplice. L’omaggio a Graziani deve essere cancellato, e per quanto fatto chiederemo anche i danni al Comune di Affile, un risarcimento. La cifra? Può essere un euro come centomila, non è questione di soldi ma di rispetto”.

 

“E’ come se i fiorentini facessero un monumento al mostro di Firenze”

Per l’accusa non esiste nessuna giustificazione al progetto di intitolare un monumento a Graziani. “Se il motivo è legato alla terra d’origine di Graziani siamo proprio sulla cattiva strada – afferma Mandarano -, è come se si allora arrivassimo a giusitificare i fiorentini nel caso volessero ereggere un monumento al mostro di Firenze, oppure una statua di Totò Riina a Corleone”.

 

La difesa: “Non è monumento a Graziani, ma Museo del Soldato” 

messa vittorioA difendere il sindaco di Affile e due assessori finiti in Tribunale è l’avvocato guidoniano Vittorio Messa, ex deputato di Alleanza nazionale. “Chiariamo subito una questione fondamentale – ha commentato Messa – non c’è nessun mausoleo a Graziani, ma un Museo del Soldato. Poi Graziani nell’immaginario collettivo è riconosciuto come il soldato per eccellenza di Affile, è qui che ha origine la sua famiglia e ci sono anche i parenti. In questo museo c’è la storia del paese, i resti ed i cimeli di tanti giovani che hanno sacrificato la propria vita per la patria. Su questa intitolazione è stato creato un equivoco, un attacco politico bello e buono”.

 

“Cosa c’entrano questi comuni con Graziani ed Affile?”
Un interrogativo che si pone la difesa dei tre amministratori di Affile è la posizione assunta dai comuni tosco-emiliani che hanno richiesto di costituirsi parte civile. “Abbiamo eccepito la inamissilibità di questi comuni a presentare tale richiesta – spiega Messa – il giudice si è riservato di decidere a riguardo e la stessa cosa varrà anche per quanto riguarda l’Anpi. Hanno preso una posizione comuni come Massa dove gli anarchici hanno dedicato un monumento a Gaetano Bresci, l’assassino di Re Umberto I. 

La polemica di Affile è fuori luogo – prosegue Messa -. Non c’è stata nessuna esaltazione che possa far configurare il reato contestato, come l’apologia e la celebrazione di personaggi legati al fascismo. Le imprese di Graziani fanno parte della storia, parliamo di un soldato e di guerra, ovvio che è un brutto mestiere. Ad Affile lo vivono come un personaggio di rilievo nato da umili origini. Tante proteste per il Museo quando poi nel paese vicino, Filettino, amministrato dal centrosinistra c’è un parco che porta il nome di Graziani ed un palazzo storico. La radiazione dall’Esercito? Chi afferma questo dimostra di essere ignorante. Graziani è stato processato e condannato per ‘collaborazione militare col tedesco’ dopo l’8 settembre. Non si è schierato contro i tedeschi perché se lo avesse fatto ci sarebbero stati ripercussioni molto più pesanti di quelle accadute, ed infatti nella condanna gli sono state riconosciute le attenuanti di aver agito per motivi di particolare valore morale e sociale. E’ stato degradato da ufficiale a soldato semplice, e aggiungiamo anche che è stato sempre assolto per una sfilzi di accuse come il rastrellamento. Questo dice la sentenza. Siamo assolutamente fiduciosi sull’esito del processo”.

m.c.

 

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