Maggiolone mon amour

Iconica, leggendaria, una macchina che ha lasciato il segno nella storia di tutti. Lo ricorda Giuseppe Cinieri di Montertondo, fortunato proprietario di un Maggiolone verdone, raccontando su Tiburno del 10 novembre il suo amore per una vettura nata in Germania negli anni ’30 del secolo scorso, poco prima della guerra. Fu Adolf Hitler a volere una macchina robusta che fosse per tutte le tasche, incaricando del progetto l’ingegner Ferdinand Porche. Ma il successo, per ovvie ragioni storiche, arriva nel dopoguerra ed è planetario, fino a pochi anni fa quando nello scenario della casa automobilistica arrivano altri modelli a farla da padroni. Ma il mito del Maggiolone non ha perso smalto: Cinieri ci spiega che la sua auto è stata costruita dopo gli anni ’70, mentre gli esemplari messi a punto prima sono definiti Maggiolino. La differenza? Il Maggiolone ha un frontale più pronunciato, per ottenere maggiore spazio nel portabagagli, e la ruota di scorta posta in modo orizzontale, non rialzata. Guidare un’auto del genere è un’emozione unica, un modo per assaporarne il dolce rumore del motore e il paesaggio tutto intorno, in modo lento e rilassante.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA – Scontro frontale sulla Palombarese, una ferita grave in ospedale

 

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.