COVID. IL DISTANZIAMENTO HA CREATO NEGLI STUDENTI UNA ‘MANCANZA DI PAROLE’

Dagli sportelli d’ascolto nelle scuole del Lazio, promossi dalla coop La Lanterna di Diogene nell’ambito del progetto ‘l’Atelier Koinè’ emerge l’incapacità dei ragazzi a riconoscere le proprie emozioni e di viverle come tali

COVID. IL DISTANZIAMENTO HA CREATO NEGLI STUDENTI UNA ‘MANCANZA DI PAROLE’

Dagli sportelli d’ascolto nelle scuole del Lazio, promossi dalla coop La Lanterna di Diogene nell’ambito del progetto ‘l’Atelier Koinè’ emerge l’incapacità dei ragazzi a riconoscere le proprie emozioni e di viverle come tali

Irritabilità, alterazioni del sonno, disturbi d’ansia e fobie sociali. mangiare troppo o troppo poco. Sono solo alcuni dei comportamenti che manifestano i ragazzi che fruiscono degli sportelli d’ascolto messi a disposizione nelle scuole di Lazio, Sicilia e Calabria dal progetto ‘L’Atelier Koinè’ che vede la coop sociale ‘La lanterna di Diogene’ ente capofila.

“Il distanziamento sociale di questi ultimi anni – spiega la dottoressa Claudia Di Giacomo, psicologa psicoterapeuta responsabile di uno degli sportelli d’ascolto – sta pesando soprattutto sui più piccoli. Emergono sempre di più sensazioni di vuoto e solitudine attraverso paure e angosce sempre più profonde con la tendenza a lasciarsi andare”.

“L’assenza di legami e di contatto con gli altri genera mancanza di parole che progressivamente porta ad un vuoto e un senso di angoscia profondo. Aiutare a definire i propri stati d’animo e le emozioni collegate alle esperienze di vita è il primo grande passo per superare quel vuoto e quell’immobilità che ha caratterizzato questi ultimi anni. Quando il cervello umano rimane inattivo, in uno stato di quiete, per troppo tempo senza trasformare la tensione in energia viva, questa spinge all’azione dell’individuo e questo è ciò che riscontriamo quando i ragazzi ci parlano di azioni e comportamenti reattivi e spesso poco funzionali, che mettono in atto come forma di comunicazione ed espressione di ciò che sentono”.

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“Tutte le emozioni, partendo dalla noia, rabbia, paura, tristezza e gioia devono essere riconosciute, accolte e comunicate. Essere in sintonia con le nostre emozioni corrisponde a essere in sintonia con noi stessi, ci aiuta a capire meglio quali sono le nostre necessità. Essere capaci di parlare di emozioni pone le fondamenta per risolvere i problemi e i conflitti in modo sano e protettivo. Per acquisire questa capacità è necessario che il genitore, l’insegnante e l’adulto di riferimento in generale, incoraggi il ragazzo a parlare delle emozioni esperite e si presti ad ascoltare con empatia e senza giudizio ciò gli verrà riferito”.

“Gli sportelli d’ascolto nelle scuole sono molto importanti perché hanno come primo obiettivo quello di fornire uno spazio che non sempre, nella quotidianità di ragazzi e adulti dì riferimento è facile da offrire. È un primo spazio, protetto, dove possono iniziare a sperimentare la capacità di riconoscere e dare un nome a ciò che provano”.

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“L’Atelier Koinè” è un progetto multi regionale selezionato da impresa sociale “Con i bambini” nell’ambito del Fondo a contrasto della povertà educativa minorile.

Nel Lazio sono coinvolti gli Istituti Comprensivi Statali “Raffaello Giovagnoli”, “Loredana Campanari” e “Bruno Buozzi” di Monterotondo. Il Liceo Statale “Gaio Valerio Catullo” e il Liceo Scientifico “G.Peano” di Monterotondo. Gli Istituti Comprensivi “Città Dei Bambini” e “Paribeni 10” di Mentana, “Sandro Pertini” di Fonte Nuova e “Pirandello” di Fonte Nuova, l’Ipsar “Alcide De Gasperi” di Palombara Sabina​.

 

 

 

 

 

 

 

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