GUIDONIA – ‘Ndrangheta, i tentacoli delle cosche sul mercato ittico

All’alba di oggi 43 arresti, smantellato il clan Alvaro. Coppia di Pichini gestiva un box del pesce al Centro Agroalimentare e un ristorante a Fonte Nuova. In manette anche un noto imprenditore edile

Si tratta di un’organizzazione che non mirava al controllo del territorio, ma agli investimenti e al riciclaggio in particolare nel settore della ristorazione.

Sono queste le caratteristiche della prima “locale” di ‘Ndrangheta smantellata all’alba di oggi, martedì 10 maggio, da parte della Direzione distrettuale antimafia di Roma e della Dia. Così nella maxi operazione “Propaggine”, coordinata dai procuratori aggiunti di Roma Michele Prestipino e Ilaria Calò, sono state arrestate 43 persone tra Roma, Lazio e Calabria, 38 in carcere e 5 ai domiciliari, accusate a diverso titolo di associazione mafiosa, cessione e detenzione di droga, estorsione e fittizia intestazione di beni.

Su ordine del Giudice per le indagini preliminari Gaspare Sturzo, dietro le sbarre sono finiti i calabresi Vincenzo Alvaro e Antonio Carzo, considerati i capi della ‘ndrina romana che operava su Roma e provincia con la gestione degli investimenti in locali, bar, ristoranti, supermercati, e nell’attività di riciclaggio di ingenti somme di denaro.

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Tra gli arrestati c’è anche una coppia residente nella zona di Pichini, quartiere residenziale di Guidonia Montecelio ubicato tra il territorio di Sant’Angelo Angelo Romano e Fonte Nuova: si tratta di marito e moglie di 43 e 42 anni, che – secondo gli inquirenti – gestivano per conto di Alvaro almeno due delle nove società delle quali stamane sono state poste sotto sequestro preventivo le quote societarie e i conti correnti.

In particolare un ristorante a Fonte Nuova e una ditta specializzata nella vendita all’ingrosso di prodotti ittici freschi, refrigerati, congelati, molluschi bivalvi vivi all’interno del Centro Agroalimentare Romano.

A inguaiare la coppia ci sono le intercettazioni ambientali e telefoniche durante le quali il marito confessa alla moglie la caratura criminale di Vincenzo Alvaro, che il 43enne – anche lui di origini calabresi – chiama “lo zio”.

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Tra gli arrestati di oggi figura anche il nome di un 50enne di Guidonia Montecelio, noto imprenditore edile del settore scavi, considerato dagli inquirenti come formalmente organico alla ‘Ndrangheta. In particolare, dalle intercettazioni telefoniche e ambientali è emerso che l’uomo si sarebbe messo a disposizione del boss Antonio Carzo per recuperare un credito da un uomo di Guidonia nell’interesse di un altro affiliato calabrese.

L’imprenditore guidoniano è sospettato anche di aver partecipato alle riunioni coi capi clan della “cellula” romana di ‘Ndrangheta.

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