La cerimonia per ricordare don Pasquale Buttarazzi ed i caduti in guerra a Capranica

Guadagnolo, il sacrificio di don Pasquale

Il sacerdote partigiano mai dimenticato

Mercoledì primo novembre a Guadagnolo si celebra, nell’ottantesimo anniversario del suo martirio, la giornata del ricordo del parroco Don Pasquale Buttarazzi, il parroco del borgo trucidato dai nazisti il 25 ottobre 1943.

Con questa giornata il sindaco di Capranica Prenestina Francesco Colagrossi, in collaborazione con l’associazione “Guadagnolo insieme nel tempo” che si prende cura del luogo del martirio, ora Giardino di Don Pasquale, e la comunità tutta rendono onore al coraggio, all’amor di patria , agli ideali di giustizia e di libertà che sono fondamento della nostra democrazia, nata nei luoghi dove uomini liberi come Don Pasquale volontari si immolarono per combattere la barbarie e gettare le basi per un mondo di pace, di democrazia e di libertà.

La figura del sacerdote, mai dimenticato dalla popolazione, viene celebrata ogni anno in agosto in occasione dell’omaggio ai caduti perchè è parte sostanziale della memoria storica degli abitanti di Guadagnolo e di coloro che hanno dovuto abbandonare il loro paese d’origine in cerca di migliori occasioni di lavoro, memoria tramandata dai racconti di coloro che hanno assistito agli orrori perpetrati dalle SS.

Infatti il giorno 25 ottobre 1943, di prima mattina, tre colonne di tedeschi, guidati dalle SS, giunsero a Guadagnolo provenienti da tre diverse direzioni ed occuparono il piccolo paese, nel quale erano presenti solo vecchi, donne e bambini, visto che la maggior parte dei giovani erano in guerra e la rimanente parte degli uomini si era rifugiata nei luoghi impervi e scoscesi del paese.

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La targa che ricorda la barbara uccisione di don Pasquale Buttarazzi
La targa che ricorda la barbara uccisione di don Pasquale Buttarazzi

A Don Pasquale era affidata la stazione meteorologica dell’Aeronautica, dotata di ricetrasmittenti ed i nazisti, evidentemente informati di ciò, si recarono in canonica e, dopo una perquisizione distrussero tutta la strumentazione esistente. Poi colpirono alla testa il sacerdote con il calcio di un fucile.

Don Pasquale scappò dalla canonica, entrò in una casa vicina inseguito dagli spari dei tedeschi che colpirono ad un braccio la donna che vi abitava.

Scavalcata una finestra, fuggì saltando da un orto all’altro sotto il fuoco tedesco; colpito in più parti del corpo, si nascose in un piccolo anfratto. Raggiunto dai soldati fu crivellato con numerose raffiche di mitra che fecero scempio del suo corpo.

Il cadavere esposto

Dopo l’esecuzione i nazisti vietarono alla popolazione di prendersi cura del cadavere che rimase esposto per due giorni. Solo il giorno 27 il corpo fu rimosso e portato in canonica, mentre la sepoltura nel piccolo cimitero di Guadagnolo avvenne il giorno 30.

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La popolazione, per i due giorni in cui i nazisti si fermarono a Guadagnolo, visse momenti di puro terrore, chiusa in casa, nascosta dietro gli scuri delle finestre da cui avevano assistito allo scempio del cadavere del parroco e alla minaccia di morte dei pochi vecchi rimasti in paese che erano stati presi, messi al muro in piazza e ripetutamente minacciati di fucilazione.

Solo la sera del 27 i tedeschi, requisiti gli asini su cui caricarono molte casse, lasciarono il paese e scesero verso Pisoniano e Casape, lasciando una popolazione sgomenta e in preda alla paura.

Il racconto degli eventi del sacrificio ci restituisce una figura eroica di uomo e di sacerdote , cui fu riconosciuta dal Presidente della Repubblica la medaglia d’argento al Valor Militare alla memoria per attività di partigiano.

Dai documenti ufficiali, peraltro mai raccolti e studiati sistematicamente,si apprende che il parroco fu un partigiano attivo in contatto con i numerosi gruppi che operavano nell’area prenestina e della valle dell’Aniene, animato da fede profonda e da uno spirito di servizio al suo popolo, coraggioso interprete degli ideali di libertà e di cristiana fraternità.

La locandina dell’evento
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