PALOMBARA SABINA – Fedeli in festa, restaurata l’antica cappellina di Sant’Anatolia

Promotori tre artigiani con il contributo generoso di esercizi commerciali e artigianali con mezzi e materiali di vario genere

Ieri pomeriggio, giovedì 11 luglio, Palombara Sabina ha vissuto un momento di sana nostalgia per le tradizioni del passato, con l’inaugurazione della restaurata cappellina di Sant’Anatolia, proprio nel giorno in cui la santa viene ricordata e onorata.

I fedeli palombaresi intervenuti ieri all’inaugurazione della restaurata cappellina votiva

Una cerimonia semplice, ma emotivamente partecipata dai tanti palombaresi presenti.

A destra, il parroco don Luigi De Angelis e a sinistra il vice parroco don Felipe Luis Garcia Rojo

La benedizione della nuova immagine della santa, dipinta nella piccola edicola, è stata impartita dal parroco don Luigi De Angelis, coadiuvato dal vice parroco don Felipe Luis Garcia Rojo.

Il vecchio rudere prima dell’intervento

La cappellina restaurata

Il restauro dell’edicola di Sant’Anatolia

Al termine della cerimonia a tutti è stata donata un’immaginetta di Sant’Anatolia, riportante sul retro la preghiera scritta per l’occasione proprio dal parroco, don Luigi.

Il complesso bandistico di Palombara Sabina durante l’inaugurazione

Prima e dopo l’inaugurazione, la Banda cittadina, in un’aria di festa ha rallegrato la cerimonia che si è conclusa con un rinfresco nel giardino di “PiccoBar”.

Il culto per Sant’Anatolia è molto sentito nell’alta Sabina, nel Cicolano e nel sublacense.

Due sono i paesi che rivendicano il luogo del martirio della santa, la romana Thora: Castel di Tora e Borgorose, nella frazione omonima, dove nel corso dei secoli passati vennero eretti due santuari.

A Palombara Sabina, il culto deve essere stato portato fin dai primi anni del 1800, se non prima, da gruppi di contadini di quelle zone molto povere che vi si trasferivano nelle stagioni invernali, per la raccolta delle olive e come operai nei frantoi. È per questi motivi che molte famiglie palombaresi hanno origine da queste zone.

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La cappellina da molti anni versava in pessime condizioni strutturali, ridotta addirittura a ricovero per cani, mentre l’affresco di Sant’Anatolia nella piccola edicola era completamente scomparso.

Da un incontro fortuito di due amici artigiani, nei primi mesi di quest’anno di fronte a questo rudere di edificio votivo, è scaturita l’idea del restauro della sola edicola.

L’imbianchino palombarese Bruno Marini durante una fase del restauro

È il marmista Alberto Rossi che fa la proposta all’imbianchino, Bruno Marini, il quale di buon grado accetta il suggerimento e poiché manca il muratore, la cerchia si chiude con l’amico Alberto Donati.

Con il consenso del proprietario, Livio Ippoliti, i tre iniziano i lavori di restauro, ma ci si pone il problema di come rappresentare Sant’Anatolia: con un quadro o con un dipinto?

Il noto e apprezzato pittore palombarese Giovanni Rainaldi, autore del dipinto di Sant’Anatolia

Si propende per la seconda ipotesi; la proposta viene esposta al noto ed apprezzato pittore palombarese Giovanni Rainaldi, che entusiasticamente accetta.

L’imbianchino Bruno Marini, che è un abile utilizzatore di Facebook, divulga su questo canale social il procedere dei lavori, ricevendone positivi e entusiastici consensi e con essi, anche i primi contributi in materiali da parte di commercianti edili.

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Sull’onda di così incoraggianti riscontri i tre decidono di restaurare anche la cappellina ma per questi più impegnativi lavori c’è bisogno di un muratore provetto.

Franco Mezzanotte, detto “Franco Parente”, durante i lavori sul tetto della cappellina votiva

Si fa avanti Franco Mezzanotte, un mastro muratore di riconosciute capacità e benvoluto da tutti per la sua simpatica bonomia, tanto da esser conosciuto come “Franco parente”.

Sotto la sua spinta i lavori, eseguiti sempre nei ritagli di tempo dei quattro, con gli aiuti generosi in materiali e manufatti che continuano ad arrivare, la cappellina giorno dopo giorno cambia faccia e dalla bruttura di un vecchio rudere qual era, è tornata a risplendere più e meglio di prima.

La targa di intitolazione della piazzetta antistante la cappellina di Sant’Anatolia

Tanto che nella targa della piazzetta dell’edicola di Sant’Anatolia i tre amici artigiani hanno voluto inserire una dedica a mastro “Franco parente”, riportando una sua citazione: «Più è bruttu più è bellu».

Citazione che si attanaglia felicemente a questa bella realtà.       

A chi scrive è stata commissionata una ricostruzione storica sia del martirio di Sant’Anatolia che della cappellina e dell’edicola di Palombara Sabina da stampare su un pannello.

Non essendo stato possibile preparare per tempo il supporto ligneo, la collocazione sarà fatta in un secondo tempo.

(Angelo Gomelino)

   

  

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