La rievocazione di una storia che ha riguardato Rignano Flaminio nel 1966 sta riscuotendo coinvolgimento ed emozioni nella comunità locale: la storia di Olga Rovere, insegnante di inglese morta tragicamente in un incidente stradale il 28 gennaio del 1966, con cattedra di inglese in una classe allora sperimentale attivata presso la sede dell’attuale palazzo comunale.
Olga Rovere, l’insegnante morta nel 1966 in un incidente a soli 24 anni
La cronaca di quel terribile incidente verificatosi nei pressi di Sant’Oreste in cui Olga Rovere morì e due sue colleghe rimasero più o meno gravemente ferite al paese la ricordano in tanti. Il turbamento e il coinvolgimento emotivo di quell’evento fu forte, tanto che alla sfortunata insegnante, un anno dopo, nel 1967, il Comune di Rignano intitolò la scuola statale del paese.
Tutto è partito da un progetto promosso da alcuni insegnanti per le Terze Medie dell’Istituto che oggi porta il suo nome e dal giornalino scolastico, “Olga Rovere News”, che sull’ultimo numero ha pubblicato un articolo di quegli anni, tratto da “La voce di Fiume”, che racconta la cronaca di quell’intitolazione, con tanto di foto dell’insegnante, figlia di Aldo e Sara, profughi di Fiume durante gli anni dell’esodo giuliano-dalmata.
La “scoperta” giornalistica dei giovani studenti ha dato il là al giornalista e scrittore Italo Arcuri per attivare, insieme al collega e professore Lamberto Rinaldi, capo redattore del giornalino, una sorta di ricerca in presa diretta pubblicata online sul magazine “Il Nuovo”, attorno alla figura di Olga Rovere e della sua famiglia.
La ricerca riguarda anche i testimoni diretti di “questa storia di scuola oltre la scuola”, che come scrive Italo Arcuri, “parla di una piccola storia che si va a intrecciare con la grande Storia e che il 10 febbraio di ogni anno in Italia viene commemorata con il Giorno del Ricordo.
La famiglia di Olga, quando lei aveva 6/7 anni, riparò a Roma subito dopo la fine della guerra, andando a vivere probabilmente nel quartiere Giuliano Dalmata di Roma”.
Toccanti e particolarmente sentite le testimonianze raccolte da Italo Arcuri di due alunni di Olga Rovere, Tina e Gianni, entrambi oggi 70enni di Rignano Flaminio, che parlano di Olga Rovere come di “un’insegnante appassionata, empatica e moderna e che, nel giro di soli tre mesi di insegnamento, conquistò tutti gli alunni della classe sperimentale di quel periodo per la sua bellezza umana”.
Olga Rovere era anche un’abile nuotatrice a livello agonistico nazionale. “Avrebbe dovuto prendere parte alle Olimpiadi del 1968”, ricorda Tina Bastianelli nella sua testimonianza. Olimpiadi alle quali rinunciò proprio l’insegnamento della lingua inglese a Rignano Flaminio.
Toccante al riguardo il passaggio con cui Tina racconta che “a volte, quando rifletto sulla sua morte penso pure che il suo destino, quel giorno, in un modo o nell’altro, era come se fosse stato segnato dal fato.
Il 28 gennaio del 1966, infatti, se lei non avesse avuto l’incarico scolastico a Rignano Flaminio, sarebbe probabilmente morta nell’incidente aereo che da Francoforte a Roma stava riportando sette giovani nuotatori italiani, quattro uomini e tre donne, che erano andati in Germania per partecipare a una gara internazionale”.
“Quest’anno ˗ scrive Italo Arcuri sul “Nuovo Magazine” in un articolo del 5 febbraio scorso ˗ il 10 febbraio, per Rignano Flaminio, alla luce della scoperta dei loro alunni Medi, avrà un valore doppio, dal momento che la storia di Olga Rovere va a incrociare il passato recente della nostra esistenza civile, politica e sociale.
Un valore doppio, perché va a unire il piccolo con il grande vissuto della Storia, che è sempre di più maestra di vita, tramite un personaggio che ha fatto, fa e farà parte del patrimonio formativo di intere generazioni di uomini e donne di Rignano, e non solo”.