VIDEO Lunghezzina: sequestrato campo agricolo. “Inquinamento tossico”

Dopo mesi di segnalazioni da parte dei residenti, l’Arpa effettua dei carotaggi sul terreno in cui furono ritrovati molti scarti farmaceutici. Posti subito i sigilli all’area, le indagini della Procura di Roma ora vanno avanti

 

lunghezzina campo dettaglioSigilli ad un vasto campo agricolo in zona Lunghezzina e indagini in corso avviate dalla Procura di Roma. Si chiude così il primo capitolo di una vicenda nata lo scorso dicembre, quando un residente di zona, a passeggio con il proprio cane, si è imbattuto in uno scenario allarmante. Come mostrato anche da una video inchiesta pubblicata su Tiburno.tv a gennaio, l’intero appezzamento di terra, coltivato, si presentava pieno di scarti farmaceutici. Bottigliette in vetro, parti di siringe, confezioni vecchie di molti anni, ricoprivano totalmente l’area, il che fece subito supporre che molto altro ancora si potesse trovare sotto terra. Da questa segnalazione alcuni cittadini hanno quindi richiesto alle autorità competenti di fare una verifica. Solo di recente, polizia ambientale, guardia forestale, ed infine l’Arpa, sono intervenuti sul posto, ed è proprio dalle analisi effettuale dall’ente gestito dalla Regione Lazio che è scattata la procedura di sequestro. Le indagini sono tuttora in corso quindi non si può conoscere in dettaglio i risultati dei carotaggi effettuati. Ma tutto lascia intende ad una contaminazione importante dovuta ad una presunta discarica, probabilmente vecchia di decenni. “In quest’area ci sono diverse tipologie di coltivazione, alcune addirittura biologiche – riferisce un residente -, proprio per questo ci siamo allarmati e abbiamo subito richiesto un’indagine. Ora ci aspettiamo che la verifica si estenda anche in altre aree qui intorno”.

Chiamarla “terra dei fuochi” è forse eccessivo. Ciò non toglie, che la concentrazione di situazioni al limite della legalità presenti qui, sotto il profilo sanitario e ambientale, è davvero particolare. Solo di recente a pochi passi dal campo in questione, è stato rimosso un enorme tetto in amianto, ormai in forte degrado e in parte deteriorato dal tempo, dopo quasi dieci anni di richieste avanzante da chi lo poteva ammirare ogni giorno dal balcone della propria casa. A poche centinaia di metri, ci sono diverse aree verdi su cui in passato è già stato rinvenuto del materiale in eternit e fusti di olio saturo. “Abbiamo raccolto più di mille firme e consegnate direttamente al sindaco, Ignazio Marino – spiega Antonio Cataldi, dell’associazione di zona Nuova Urbe -. Ci aspettiamo che vengano eseguiti dei controlli ambientali e restituito ai cittadini quello che, secondo il piano di zona, avrebbe dovuto essere un grande parco pubblico di quartiere”.

Veronica Altimari


L’articolo completo su Tiburno in edicola martedì 17 giugno

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