Ma l’atteggiamento del dirigente regionale, appena arrivato di fronte alla stazione delle pompe idrovore, era ben diverso: “I presupposti che hanno portato alla costruzione di questo muro valgono ancora oggi”. Raggiunto da Proietti, il quale gli ha sottoposto subito le immagini dei recenti allagamenti, e fatto notare la sua competenza in merito alla tutela dei beni archeologici, Lasagna dice: “Certo, le pompe dovrebbero lavorare di più e meglio, tenendo anche presente che la situazione della rete fognaria, in questa zona, è insufficiente”. Proietti decide quindi di portarlo all’interno dell’area del muro, dove si vede il ponte romano, per rilanciare la proposta di pensare ad un nuovo argine del fiume, in terra rafforzata, proprio qui e che possa sostituire il muro che oggi costeggia via Maremmana. “È ormai evidente che questo muro non serva a molto – dice Proietti -, anzi blocca lo scorrere delle acque, causando gli allagamenti che conosciamo bene”. Da qui la proposta della conferenza dei servizi. “Il protocollo del 2005 vale ancora oggi quale impegno della Regione a risolvere questa situazione – dice Lasagna -. Possiamo provare a capire se le condizioni sono cambiate, e se sono tali per pensare ad una nuova progettazione, con il reperimento delle risorse necessarie”.
Veronica Altimari