Il ritorno a scuola non è stato dei più felici per chi era abituato a rifornirsi alle macchinette per la colazione o un semplice spuntino. Un malumore diffuso nell’istituto che almeno per su una questione accomuna studenti e professori.
A capeggiare la protesta sono i rappresentanti d’istituto Valerio Falcucci, 18enne di Guidonia, della quinta E, Vincenzo Cerulli, 18 anni di Villa Adriana, alunno della quinta D e Valerio Mazzei, 19 anni, anche lui di Villa Adriana e della classe quinta D.
“Siamo stanchi di non essere considerati – ha commentato Valerio Mazzei, il rappresentante d’istituto più anziano -. I prezzi vergognosi ci offendono e i prodotti di scarsa qualità potrebbero risultare dannosi. La nostra è una protesta pacifica, nessuno obbliga a non comprare dalle macchinette. C’è una grande libertà e un’enorme coesione scolastica, infatti l’adesione è altissima e gli studenti pur di non comprare nulla dai distributori, si portano le merende da casa o le prendono dal bar vicino l’istituto”.
L’atrio dell’Amedeo di Savoia è stato tappezzato di cartelloni e i distributori sono stati contrassegnati da croci adesive come ad indicare un divieto simbolico. Per protestare contro i rincari gli studenti hanno tappezzato le macchinette con manifesti con le scritte “Non farti derubare” o “Non ti pago”. Più esplicita ancora una foto che mostra un ragazzo che si riempie la bocca di banconote da mangiare.
“Gli insegnanti ed io siamo solidali con i ragazzi – ha dichiarato il preside Rinaldo Pardi -. Abbiamo contattato la ditta sollecitando un abbassamento dei prezzi ma non è stato fatto niente. Adesso non ci resta che aspettare la scadenza del contratto e una nuova gara d’appalto per affidare questo
servizio, entro Natale dovremmo risolvere il tutto. Comunque gli studenti non hanno tutti i torti, queste macchinette hanno anche il problema del resto. Un caffè costa 45 centesimi ma poi se non danno il resto viene sempre di più. Per me il servizio che devono offrire i distributori di merendine dev’essere una convenienza per gli studenti sia dal punto di vista della qualità che del risparmio. L’interesse degli utenti, quindi ci metto anche professori e dipendenti, deve essere messo al primo posto”.
La protesta proseguirà ad oltranza fin quando almeno i prezzi non saranno ritoccati verso il ribasso.
“Inoltre è stato riscontrato un altro grave problema – proseguono gli studenti – è il malfunzionamento delle macchinette con prodotti fuori servizio che dopo essere stati pagati non vengono erogati, facendo così perdere agli alunni soldi ed appetito. Questa mobilitazione studentesca, nel rispetto della democrazia scolastica, da una grande prova di maturità verso tutti coloro che ritengono che gli alunni del classico degli inermi osservatori”.
Ha collaborato Ehsan Mohammad Poornami