Pilotavano ricorsi tributari per eludere il fisco, in manette funzionari pubblici e giudici

Dopo le rivelazioni di un profesisonista vessato dalle continue richieste, la “cricca” è stata tratta in arresto oggi, mercoledì 9 marzo, dalla Guardia di finanza del comando provinciale di Roma: tredici persone, tra cui giudici tributari e  funzionari pubblici, per associazione a delinquere finalizzata alla concussione e corruzione anche in atti giudiziari. 

Dalle indagini, coordinate da un pool di magistrati della Procura della Repubblica di Roma e condotte dalle Fiamme gialle della compagnia di velletri, è emersa una rete di losche relazioni tra alcuni infedeli giudici tributari, dipendenti, anche in quiescenza, dell’amministrazione finanziaria – civile e militare -, avvocati, consulenti e commercialisti, finalizzata a sterilizzare, con ogni mezzo, l’attività di accertamento del fisco. Grazie al pagamento di ingenti somme od alla consegna di regalie di vario genere, numerosi contribuenti riuscivano ad ottenere indebiti sgravi di imposte dagli uffici dell’Agenzia delle Entrate o ad uscire vittoriosi nei contenziosi promossi davanti alla commissione tributaria regionale e provinciale di Roma, contro gli atti di accertamento conseguenti alle verifiche subite dal fisco.

 

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Le operazioni odierne – che hanno visto impegnati oltre 100 militari del Comando Provinciale nella cattura dei responsabili e nella perquisizione dei locali nella disponibilità degli indagati, mettono la parola fine ad una tradizione criminale fondata su una fitta rete di illegalità, i cui sodali – forti del ruolo ricoperto, delle conoscenze maturate e certi dell’immunità del loro vincolo – pensavano, con noncurante disinvoltura, non al danno che recavano all’erario ma solamente a come spartirsi il prezzo delle loro iniziative.

 

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