Il caso Regeni e gli sviluppi

Gli aggiornamenti delle ultime due settimane

IL CASO.

Il 3 febbraio 2016, il corpo di Giulio Regeni è stato ritrovato in un fosso lungo una strada della periferia del Cairo. Il giovane friulano, dottorando dell’Università di Cambrige, è stato rapito il 25 gennaio precedente. La notizia è giunta in Italia suscitando lo scalpore dell’opinione pubblica. Ciò che ha intensificato lo sgomento è stata la resa pubblica dei dettagli dell’efferata esecuzione: numerose coltellate, tagli, fratture ossee su mani, gambe e piedi, abrasioni lungo tutto il corpo, lividi e bruciature. La causa del decesso, stando all’autopsia, è attribuibile ad un colpo letale ad una vertebra celebrale.

Da quel momento, numerose città e hanno affisso sui loro palazzi gli striscioni su cui si leggeva “Verità per Giulio Regeni”, grido unanime di proteste giovanili.

“#veritàegiustiziapergiulioregeni” è diventato l’hashtag che ha riempito le pagine dei social network e “il caso Regeni” è ben presto diventato uno dei fatti di cronaca che ha macchiato d’inchiostro le pagine dei giornali.

 

COSA È AVVENUTO DI RECENTE.

Durante il corso delle settimane precedenti, si è parlato a lungo della vendita degli armamenti italiani al governo egiziano. Il 10 giugno il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha dichiarato che la transazione delle due fregate “non era ancora stata autorizzata”, ma ciò che è accaduto poco dopo si è rivelato essere il contrario, poiché la trattativa venne ufficialmente ultimata.

Nel Consiglio dei Ministri dell’11 giugno nessuno si è opposto alla vendita delle fregate e ciò che fece rumore fu il “tradimento” di un’Italia che, anziché chiedere giustizia per l’ancora irrisolta uccisione di Regeni, ha ultimato una trattativa economica.

Di questo ne abbiamo parlato anche in un nostro precedente articolo.

 

COSA È AVVENUTO OGGI.

Nella giornata di oggi è arrivato un nuovo commento sulla vicenda. A parlare è Nicola Zingaretti (Presidente della Regione Lazio e Segretario del PD), il quale ha sostenuto che il Governo de tener conto dei rapporti bilaterali e adoperarsi per ottenere dall’Egitto le condizioni elementari per avviare il processo. “Ciò che poi è di fondamentale importanza è ricevere dalle autorità egiziane il domicilio legale di coloro che la Procura di Roma ha indagato dal dicembre 2018 per essere coinvolti nel sequestro e omicidio di Regeni”.

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