COVID-19 – Facciamo chiarezza: cosa è cambiato dall’inizio della pandemia?

I numeri record delle strutture italiane messe a disposizione. Aumentano i positivi, ma la maggior parte è di asintomatici

In Italia, i positivi al Covid di questi giorni sono superiori a quelli registrati durante il picco di marzo; nel Nord-Est questo stesso picco era stato registrato l’8 aprile. Progressivamente la situazione è migliorata: dalle prime notizie che riportavano la dicitura “nessun contagio” pian piano si è arrivati a parlare di comuni “Covid Free”. Nel Nord-Est il primo comune privo di contagi è stato Fonte Nuova (notizia risalente al 12 giugno). Possiamo parlare dunque anche di un nuovo picco del Nord-Est visto che, con i dati comunicati fino ad oggi, toccano i 300 casi, dato superiore rispetto a quello dell’aprile scorso che si aggirava attorno ai 230.

 

COME DOBBIAMO LEGGERE I DATI DI QUESTI GIORNI?

Durante le prime fasi della pandemia, la fetta di popolazione italiana che veniva sottoposta ai tamponi e che risultava contagiata era quella che presentava dei sintomi del COVID-19 ma, ad oggi, l’80% della popolazione contagiata è asintomatica. Con l’attuale aumento dei tamponi eseguiti giornalmente, di conseguenza, sono aumentati proporzionalmente i casi, poichè è accresciuta la fetta di popolazione sottoposta alle verifiche.

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Nella giornata di ieri sono stati eseguiti, in totale, 125.314 tamponi che hanno riportato il record dei nuovi casi presenti (62.576) registrati dall’inizio della pandemia.

Stando ai dati concessi dal Ministero della Salute al quotidiano “Il Foglio”, si evince che l’Italia “ha messo in lavorazione in 457 ospedali e 176 aziende sanitarie 1044 cantieri per aggiungere 344 posti letto in terapia intensiva e 4123 in sub-intensiva, con la metà di questi trasformabile in terapia intensiva, qualora fosse necessario, portando così 5.500 posti aggiunti per i pazienti più gravi(115% in più di ciò di cui disponeva l’Italia all’inizio della pandemia).”

Un ultimo interessante dato fornito dall’ISS appartiene al tracciamento dei contatti: mentre le attività di screening hanno rilevato il 27,6% dei casi, il 35,8% è stato rintracciato grazie al contact tracing.

 

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FACCIAMO CHIAREZZA

Il numero dei casi che aumenta spaventa, crea il panico e ci proietta mentalmente verso una pessimista percezione di un nuovo lockdown (scongiurato da politici ed esperti). L’errore che però viene commesso da una buona percentuale di cittadini italiani è quello di associare i positivi ai malati: essere positivo non implica l’essere malato.

Il positivo può essere asintomatico e aver contratto il virus. Il suddetto errore nasce da una mancata conoscenza scientifica e (probabilmente) da un’altrettanta mancata comunicazione da parte dei media della schiacciante differenza che intercorre tra “Sars-CoV-2”, identificato come “sindrome respiratoria acuta grave, e “Covid-19” , malattia infettiva respiratoria causata dal virus  SARS-CoV-2.

L’OMS dà definizioni ancora più accurate:

I CORONAVIRUS sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la Sindrome Respiratoria Mediorientale (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave. Il Coronvirus scoperto più recentemente causa la patologia COVID-19.

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