Regna ancora l’incertezza nel mondo del calcio dilettantistico: accanto ad un movimento volenteroso di ripartire ed ormai fermo dallo scorso ottobre, c’è la necessità di elaborare un protocollo sanitario che possa permettere la ripresa delle attività nella più possibile sicurezza.
Il consiglio direttivo della Lega Nazionale Dilettanti si è detto favorevole alla ripartenza dei massimi campionati regionali di calcio a 11 e di calcio a 5, vale a dire il campionato d’Eccellenza Maschile e Femminile per quanto riguarda li calcio a 11, e quello di Serie C Maschile e Femminile di calcio nel calcio a 5.
Ciò che non convince a pieno le società è la modalità ed il protocollo con il quale questi campionati dovrebbero riprendere: verrebbe disputato solo il girone d’andata, per questioni di tempo con l’aggiunta dei play-off per decretare le squadre promosse nella categoria superiore, non si parla invece dei play-out perché tra le intenzioni del Comitato regionale vi sarebbe quella di bloccare le retrocessioni, decisione che cozza decisamente con l’ultimo comunicato rilasciato, ossia quello dove si dichiara che “ogni campionato non è stato ufficialmente bloccato. Per far sì inoltre che i campionati possano riprendere anche sotto le norme emanate dall’ultimo DPCM, i campionati dovrebbero diventare d’interesse nazionale e ciò sarebbe possibile solo attraverso una deroga del CONI. Per quanto riguarda il protocollo sanitario, bisognerebbe eseguire un giro di tamponi ogni settimana, tra le 72 e le 48 ore antecedenti la gara, a tutto il gruppo squadra, dirigenti compresi. Considerando che ogni tampone costa ventidue euro si parla di una spesa elevata, che non tutte le società vogliono o possono sorbirsi; in ogni caso, gli enti sportivi promettono di aiutare sotto il profilo economico tutte le realtà sportive. Il CR Lazio ha comunque concesso alle società di non partecipare al campionato, sena per questo dover spendere delle penali.
Discordanti le opinioni dei diretti interessati: il presidente della Boreale Don Orione, Leandro Leonardi, è d’accordo con la ripartenza ed il blocco delle retrocessioni, ma contro la possibilità data alle squadre di non partecipare: “non siamo la terza categoria, ogni squadra di questo campionato dovrebbe poter applicare senza troppi problemi il protocollo applicato nei campionati nazionali”; di contro Bruno Saccà, presidente del Real Monterotondo Scalo, che si trova in totale disaccordo: “si rischia di vedere partite con l’Under 19 in campo dove ci saranno risultati assurdi e goleade, inoltre la situazione sanitaria è ancora troppo precaria per ricominciare a giocare.”