Italia Nostra e la cittadinanza di Subiaco propongono un “monumento naturale”

La proposta del nuovo Monumento Naturale “Bosco delle Lucinette – Morra Ferogna – Santa Chelidonia” a Subiaco

Il bosco delle Lucinette, in comune di Subiaco, non lontano dai monasteri di San Benedetto e di Santa Scolastica, che segnarono l’inizio 
del monachesimo, è una fitta lecceta che copre il ripido versante meridionale dei monti sulla destra orografica del fiume Aniene. Dal 
verde scuro dei lecci si leva una grande roccia calcarea detta Morra Ferogna, il cui nome si fa risalire al culto della dea Feronia delle 
popolazioni pre-romane, come indicherebbero reperti archeologici trovati in loco.
Percorrendo il sentiero nel bosco si giunge alle rovine del monastero di Santa Chelidonia, sorto nel XII secolo e abbandonato nel Cinquecento, 
di cui restano le poderose mura e gli archi. Si narra che Chelidonia, 
giunta ancora ragazza dall’Abruzzo, sul finire del secolo XI, abbia trascorso 59 anni in eremitaggio in quel bosco solitario. Dopo la sua morte, segnata da vari prodigi, fu lì sepolta, e presso la sepoltura nacque il monastero. Secoli dopo le sue spoglie furono trasferite nel 
monastero di Santa Scolastica, e si dice che le rondini vi nidifichino ogni anno in omaggio alla santa (Chelidonia vuol dire rondine). E’  
patrona di Subiaco, e in suo onore si celebrano due cerimonie ogni anno, in una cappella presso le rovine, decorata da antichi affreschi.
L’area si trova nel Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, è all’interno della zona ZPS IT6050008 della rete europea Natura 2000, ed 
è soggetta a tutela paesaggistica. Nonostante tutte queste misure di tutela, il bosco è minacciato da un progetto di taglio su 20 ettari, 
approvato dall’amministrazione comunale, con asporto del 90% della massa legnosa, che creerebbe una grossa macchia marrone nel verde compatto della valle, con evidente impatto sul paesaggio. La pendenza del 
terreno, tra il 50% e il 70%, con roccia affiorante, sconsiglierebbe il 
taglio, che rischia di avviare irreversibili fenomeni di erosione. In 
merito il piano di gestione della ZPS (ente gestore è il Parco dei 
Simbruini) afferma, nel § 6.2, “Le aree con presenza di leccio e in 
situazione di elevata pendenza andranno riservate dal taglio…”. 
Prescrizioni analoghe si trovano all’art. 6 (Criteri di gestione delle 
risorse forestali) delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano di 
Assetto (PA) del Parco dei Simbruini. Ma sia il Parco che l’ufficio 
regionale per la Valutazione d’Incidenza (necessaria per le aree Natura 
2000) hanno dato parere favorevole al taglio. Pareri che sono strani 
documenti anodini: presentano un breve elenco di specie tutelate, 
indicando alcuni fattori di rischio (tra cui l’erosione del suolo), poi, 
senza reale discussione del possibile impatto del taglio e senza citare 
né il piano di gestione della ZPS né i criteri di gestione delle 
foreste del PA del Parco, concludono con un parere favorevole. Una 
prassi amministrativa che permetterebbe di autorizzare qualunque 
intervento. Da notare che il comune incasserebbe dal taglio circa 
20.000 euro, mentre il tempo di ricrescita, sulla base dei dati forniti 
dal progetto, è valutabile in 50-60 anni, che, in presenza di processi 
di erosione diventerebbero secoli.
Per salvare il bosco è nato a Subiaco un Comitato Spontaneo per la 
difesa del Bosco delle Lucinette, che ha presentato anche un ricorso al 
T.A.R., ed ha incaricato dei tecnici di fiducia che hanno rilevato forti 
discrepanze tra i loro rilievi in loco e quanto riportato nel progetto 
di taglio approvato dal comune. In seguito alla protesta, che, in 
considerazione del grande valore paesaggistico, storico e ambientale 
dell’area in questione, è sostenuta da Italia Nostra, l’amministrazione 
comunale ha sospeso gli effetti della delibera di approvazione del 
taglio, senza però arrestare il procedimento autorizzativo, che si è 
concluso il mese scorso con l’autorizzazione inviata dagli uffici della 
Città Metropolitana.

In attesa dei risultati della vicenda amministrativa, e per una migliore 
tutela e valorizzazione del luogo, Italia Nostra, e il Comitato 
Spontaneo per la difesa del bosco delle Lucinette intendono proporre ai 
competenti uffici regionali l’istituzione di un Monumento Naturale 
denominato “Bosco delle Lucinette – Morra Ferogna – Santa Chelidonia”, 
secondo le procedure previste dalla L.R. n. 29 del 6/10/1997, con 
prescrizioni che garantiscano la copertura forestale, che è l’elemento 
fondamentale del valore ambientale e paesaggistico del luogo. Il 
progetto proporrà anche strutture di basso impatto che favoriscano le 
visite, come accessi con tabellazione, e strutture micro-museali.

Italia Nostra, Consiglio Regionale del Lazio, Ufficio della Presidenza, 
d’intesa con il Comitato Spontaneo per la difesa del bosco delle 
Lucinette

Italia Nostra e la cittadinanza di Subiaco propongono il monumento 
naturale
Bosco delle Lucinette – Morra Ferogna – Santa Chelidonia

Il bosco delle Lucinette, in comune di Subiaco, non lontano dai 
monasteri di San Benedetto e di Santa Scolastica, che segnarono l’inizio 
del monachesimo, è una fitta lecceta che copre il ripido versante 
meridionale dei monti sulla destra orografica del fiume Aniene. Dal 
verde scuro dei lecci si leva una grande roccia calcarea detta Morra 
Ferogna, il cui nome si fa risalire al culto della dea Feronia delle 
popolazioni pre-romane, come indicherebbero reperti archeologici trovati 
in loco.

Percorrendo il sentiero nel bosco si giunge alle rovine del monastero 
di Santa Chelidonia, sorto nel XII secolo e abbandonato nel Cinquecento, 
di cui restano le poderose mura e gli archi. Si narra che Chelidonia, 
giunta ancora ragazza dall’Abruzzo, sul finire del secolo XI, abbia 
trascorso 59 anni in eremitaggio in quel bosco solitario. Dopo la sua 
morte, segnata da vari prodigi, fu lì sepolta, e presso la sepoltura 
nacque il monastero. Secoli dopo le sue spoglie furono trasferite nel 
monastero di Santa Scolastica, e si dice che le rondini vi nidifichino 
ogni anno in omaggio alla santa (Chelidonia vuol dire rondine). E’  
patrona di Subiaco, e in suo onore si celebrano due cerimonie ogni 
anno, in una cappella presso le rovine, decorata da antichi affre

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