Segreti da svelare
Da 4 anni, studiosi di tutto il mondo, grafologi, storici, ricercatori universitari, collaborano con l’Università del Quebec per svelare i segreti di una bottiglia ritrovata su una spiaggia canadese.
Il classico messaggio affidato all’oceano, firmato da una ragazzina francese di 13 anni, e datato 13 aprile 1912, il giorno prima del naufragio del Titanic.
Mathilde Lefebre stava chiedendo aiuto: “Lancio questa bottiglia in mare – ha scritto – dobbiamo arrivare fra qualche giorno a New York. Se qualcuno la trova, avvertite la famiglia Lefebvre a Liévin”.
Vero messaggio o clamoroso falso? La bottiglia sembra davvero antica, la fabbricazione è compatibile con quella di inizio ‘900. Analoghe conferme vengono dall’esame “carbonio 14” sul tappo e sulla carta da lettera anche se un abile falsario potrebbe essersi procurato vetro, tappo, carta dell’epoca e aver utilizzato un inchiostro contraffatto.
Lascia invece interdetti la grafia di Mathilde, che appare diversa dal corsivo regolare che si insegnava allora nelle scuole. Ma nulla toglie che la ragazzina avrebbe potuto chiedere ad un adulto di scrivere il messaggio per lei.
Di sicuro la famiglia Lefebvre è esistita. Franck, il padre di Mathilde, era minatore a Lièven, vicino Calais. Poverissimo, partì nel 1910 con uno dei figli, Anselme, che aveva 10 anni, per cercare fortuna in America. La trovò nelle miniere di carbone di Mystic, nell’Iowa, tanto che due anni dopo aveva racimolato i soldi per pagare il viaggio alla moglie, Marie, e agli altri 4 figli. Che morirono tutti nel naufragio.
Il giornale “Le Parisien” racconta poi di un epilogo tragico della vicenda: Frank, saputo dell’esistenza di due bambini francesi superstiti del Titanic, partì per New York per chiedere se fossero i suoi. Ma era entrato in America con un nome falso e questo gli costò l’immediato rimpatriato in Francia.