Cerimonia di laurea collettiva senza mascherine e distanziamento
“Diamo il benvenuto a casa ai laureati del 2020. Auguriamo a tutti un grande futuro”. Un enorme striscione rosso ha accolto oltre 11.000 studenti a Wuhan dove si è tenuta una cerimonia di laurea di massa a poco più di un anno da quando la città è diventata primo focolaio di Covid-19.
I ragazzi, con toghe e cappelli, hanno preso posto senza alcun distanziamento sociale. E quasi nessuno indossava la mascherina. Un passo in avanti impensabile da quel 23 gennaio dello scorso anno quando l’intera città della provincia di Hubei entrò in lockdown per poi tornare alla normalità già dal mese di aprile.
Secondo i dati ufficiali, la Cina ha registrato poco più di 91.000 casi di Covid, inclusi 4.636 decessi dall’inizio del 2020, la maggior parte dei quali proprio a Wuhan.
Il ministero della Salute cinese intanto ha fatto sapere che nel Paese è stato somministrato più di un miliardo di dosi di vaccini, un terzo del totale nel mondo.
L’obiettivo dichiarato è quello di immunizzare almeno il 70% della popolazione entro la fine dell’anno.
Da qualche giorno sono state aperte le vaccinazioni anche per la fascia di età compresa tra 3 e 17 anni. Il ritmo e la velocità di vaccinazione nel gigante asiatico non ha eguali: il ‘boom’ della campagna è ancora più incredibile se si considera che ha avuto un inizio lento. La Cina ha raggiunto il suo primo milione di dosi somministrate solo il 27 marzo, due settimane dopo gli Stati Uniti. Ma a maggio il ritmo è aumentato in modo esponenziale. Se sono serviti 25 giorni per passare da 100 milioni a 200 milioni di dosi somministrate, ne sono bastati sei per passare da 800 milioni a 900 milioni.