Il sacco della Rai, lo stupore di Piero Angela

Sparite decine di opere di altissimo valore

Impiegati infedeli (e ladri)

Valgono almeno 100 milioni di euro i dipinti scomparsi in diverse sedi di Mamma Rai. Una sparizione misteriosa che riguarda tutti noi perché le opere trafugate appartengono allo Stato.

Oltre al danno c’è anche la beffa: i vertici della Rai non hanno mai stipulato un contratto di assicurazione per coprire eventuali furti o danneggiamenti.

Tra le tele sparite figurano anche dipinti firmati da Monet, Modigliani, Rosai e da molti altri artisti contemporanei.

Il patrimonio artistico della Rai ammonta a più di 2000 pezzi di altissimo valore commerciale. Delle 170 opere sparite, 50 sono state ritrovate prima di perdersi nei meandri delle vendite all’asta.

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Ma come è stato possibile? Impiegati infedeli avrebbero sostituito i dipinti originali con  riproduzioni, in sostanza con delle vere e proprie “patacche”. I carabinieri del gruppo Patrimonio artistico  hanno già appurato che un ex funzionario di viale Mazzini, a Roma, si era portato a casa un’opera del pittore fiorentino Ottone Rosai per poi rivenderla.

Nessuno si era accorto dei furti compiuti persino negli anni ’70 e scoperti soltanto adesso.

A denunciare l’ammanco è stato Nicola Sinisi, direttore dei beni artistici della Rai, con ruoli di spicco presso l’Unesco. La parola passa ora alla magistratura che dovrà fare luce su 50 anni di furti.

“Mi stupisce sapere che abbiano rubato un centinaio di opere d’arte dentro la Rai”, questo il commento di Piero Angela, quasi settanta anni di vita professionale nell’azienda televisiva pubblica. Certo, il vizio di accaparrarsi un oggetto artistico presumibilmente di grande valore è sempre esistito, ovunque, sia per realizzare un guadagno illecito dalla vendita sia per il semplice gusto di esporlo in casa o nella propria villa privata: del resto, ci sono tanti musei, anche di prestigio, che espongono al pubblico opere arrivate lì perché acquistate da mani illegali”. 

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