TIBURNO campione!

La risposta ad un'analisi sui Social Media che pone come massimi sistemi i comunicatori di massa più famosi

Gli analisti sono bravi a dare conferme su nozioni molto chiare a tutti. Tutti infatti sanno che i Social sono la nuova presenza nel mondo dell’informazione, molto aldilà, quindi, della semplice comunicazione.

Sono il gigantesco rumore di fondo sgranato. C’è poi la televisione generalista e gli eventi mondiali. Si tratta di presenze che nella nostra vita la fanno da padrone. Questa sera in Europa circa 300 milioni di telespettatori saranno incollati agli schermi televisivi per 4 ore. Dalle 20.00 alle 24.00.Tutti gli altri mezzi citati simile performance non li raggiungeranno in tutto l’intero mese di Luglio.
Ma c’è anche Tiburno.tv che questa sera dalla fine della partita e per un’ora di diretta realizzerà, se l’Italia dovesse vincere, oltre centomila visualizzazioni e se dovessimo perdere cinquantamila.
Tutto ciò documentabile, non dall’emittente Media Corporate Srl, ma da Google. Un pubblico di lettura di venticinquemila lettori settimanali con Tiburno.
Ma ciò non trova risposta nel riconoscimento dell’economia reale!
La frantumazione dei messaggi e la illusoria moltiplicazione delle fonti emittenti, che sperano in risultati di marketing o commerciali mai raggiunti e tecnicamente irraggiungibili, sprecano soldi. Si tratta di poche centinaia di euro l’anno. In qualche caso qualche migliaio. Però ingrassano le gigantesche multinazionali U.S.A. che non soltanto gli forniscono una sessantina di miliardi di merci a domicilio. Lo dobbiamo ammettere! C’è risparmio del consumatore finale. Ma con i canali televisivi a pagamento di loro proprietà si stanno comprando a prezzi di saldo le loro coscienze di consumatori e di cittadini. E lo vedremo in autunno quando uno share del 10% del mercato televisivo sarà loro.
E allora già si rimpiangono le battaglie contro quell’ “impresario brianzolo” (copyright la Repubblica) che schiantò la RAI.
Ora bisogna avere tutti consapevolezza che contro i colossi americani si è persa la voce e abbassato le penne.
Gli italiani quando si tratta di darsi battaglia fra staterelli , principati, signorie, come nel Cinquecento, mostrano tutto il loro ardore.
Poi quando scende in Italia un re o un imperatore si affrettano a pagare e portargli gli omaggi.
Noi non ci inchiniamo ai nuovi re o imperatori, che dir si voglia.
Continuiamo dritti per la nostra strada, in coerenza al nostro impegno sui territori. Lo facciamo per noi, per la nostra libertà e per chi questo impegno vorrà condividere.

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