Dieci minuti per raddrizzare un’Olimpiade

Due medaglie d’oro ai cento metri e al salto in alto, competizioni classiche dei Giochi

L’Italia rischiava di uscire da questa competizione avara di medaglie, ma con Marcel Jacobs e Gianmarco Tamberi ha rialzato la media con due ori ai cento metri di Jacobs e al salto in alto di  Tamberi.

“Marcell Jacobos e Gianmarco Tamberi “Hanno riscritto la storia” – ha detto senza giri di parole Giovanni Malagò, presidente del Coni.

I 9″80 inseriscono l’Italia nel novero dei grandi di questa competizione, che è preparata con una meticolosità tale e i cui tempi di realizzazione sono così stretti da non conoscere sorprese, il più delle volte.

Ma i più perdono di vista le motivazioni delle Olimpiadi. Un primato in uno sporto si può stabilire benissimo in una competizione mondiale o europea di quella specifica disciplina. E in ogni caso, tutti saremmo contenti della grande performance di un connazionale nel mondo.

Si dimentica però che le Olimpiadi nascono come qualcosa di più e di diverso. Servono a confrontarsi tra vari sistemi nazionali sui livelli di benessere, tali da garantire ai propri giovani un’educazione sportiva talmente eccellente da poter esprimere dei campioni. Tutti sappiamo che il più delle volte non succede questo. Paesi con economie in depressione dovrebbero sparire dal medagliere e invece ci sono. E come! Segno che al di là delle strutture sportive è importante la tempra di chi partecipa, della voglia di vincere, del carattere nel perseguire un proprio percorso di crescita.

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I dieci minuti vincenti dei nostri ragazzi hanno affermato anche questo, ma tutti se ne dimenticano, facendo invece la conta del medagliere, come se fossero i gol della propria squadra del cuore. Anche in tal senso hanno rimesso in linea una posizione carente in cui appariva fino al giorno precedente l’Italia.

Ma la cosa più importante dimostrata consiste nel livello di integrazione degli atleti a cui non corrisponde altrettanto livello di crescita dei nostri primi attore dello spettacolo della politica. Questi continuano da dare spettacolo di loro punzecchiandosi sui Social rivendicando, da una parte il valore dell’integrazione, dall’altra che non c’è integrazione senza la ferma volontà di esserci di far parte del nostro popolo.

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Una cornice che potevamo risparmiarci. Meglio godersi i nostri ragazzi vincenti, con un pensiero all’altro centometrista italiano di grandi speranze – Filippo Tortu – che invece si è inabissato, e una lettera ai commentatori sui Social che, in forme diverse, fanno parte della classe dirigente del nostro paese. Con scuole pubbliche più attrezzate e l’accesso allo sport per tutti, come diritto e normalità, di campioni come questi ne affiorano assai di più.

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