GUIDONIA – Nozze giallo-rosse, fuggi fuggi dal Pd

L’ex assessore Pasqualino Rossi lascia i Dem: “Un partito bloccato da interessi altrui”. La scorsa settimana avevano abbandonato anche il consigliere comunale Paola De Dominicis e l’ex presidente di circoscrizione dell’Albuccione Daniele Di Cerbo

Da Pasqualino Rossi, consigliere comunale e assessore alla Cultura della giunta di Centrosinistra di Filippo Lippiello, riceviamo e pubblichiamo:

“Deluso e Amareggiato.
In virtù dei recenti accadimenti guidoniani ho deciso di prendere definitivamente le distanze dal Partito Democratico di Guidonia Montecelio a causa di scelte che non posso più accettare.
Già l’atteggiamento poco serio tenuto dai vertici del partito nel corso delle ultime elezioni locali del 2017 mi aveva indotto a tenere un atteggiamento distaccato decidendo di non partecipare più attivamente alla vita organizzativa dello stesso. Ora, dopo l’accordo con i 5Stelle, ho deciso di compiere questo ulteriore passo.
In questi ultimi quattro anni ho sperato, pensato, che ancora una volta con l’andare del tempo le cose potessero cambiare, ma ancora una volta sbagliavo.
Le mie considerazioni sono sempre le stesse, il PD di Guidonia Montecelio è un partito bloccato da interessi altrui. A Guidonia non ci sarà mai un sindaco del PD e se questo “malaguratamente” dovesse accadere è destinato a cadere prima della fine della consiliatura. La storia recente insegna.
Il motivo di tutto ciò è che a Guidonia Montecelio non deve crescere nessuno. La Città deve restare prateria di pascolo di tacitati esponenti romani e regionali. La classe politica locale, conscia di ciò, non dovrà mai esprimere la propria ambizione politica.
Tale atteggiamento ha impedito la crescita di tutti quelli che si sono avvicinati e che, giustamente, non essendo tacitati, nutrivano delle legittime ambizioni.
Guidonia Montecelio è un Comune di 100.000 residenti: ha il dovere di provare ad essere rappresentato a tutti i livelli, con l’atteggiamento dei vertici del partito sono almeno 20 anni che si impedisce che questo avvenga o perlomeno lo si possa sperare. Mi chiedo: un partito che non coltiva almeno la speranza di poter crescere, che cos’è?
Potrei continuare con altri esempi, ma ritengo che sia meglio smettere, considerato che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. E’ meglio che andiamo sui fatti recenti che a mio avviso sono la perfetta riprova.
L’ufficializzazione dello scempio, perpetrato già da qualche tempo, rappresentato dalla decisione di sostenere e rivestire ruoli nell’amministrazione 5 stelle, senza alcun senso politico a soli sei mesi dalla consultazione elettorale, ritengo sia priva di una pur minima programmazione. Una scelta che denota ancora una volta quanto l’agenda di questo partito la si compili da qualche altra parte. L’obiettivo ed il risultato finale sono già scritti.
L’accordo è dettato semplicemente dal timore di non arrivare a garantire, ancorché in opposizione, la rappresentanza delle correnti per i prossimi 5 anni. “L’ambizione” di provare a vincere non sfiora neppure il gruppo dirigente perché ampliamente tacitata.
Sono deluso e amareggiato non tanto per me stesso, quanto per tutti quelli autenticamente credono nei valori che il Pd rappresenta e che non conoscono il giochetto della giostra che continua a girare a salvaguardia dei soli miopi interessi di pochi.
Naturalmente non sono il detentore della verità, pertanto da parte del sottoscritto sinceri Auguri per il futuro, ma avendo una visione diversa di quello che dovrebbe essere un partito e delle ambizioni che dovrebbe nutrire, il sottoscritto, ribadisco, prende definitivamente le distanze da scelte che non può più accettare”.

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