Nei secoli passati i giochi erano decisamente molto meno virtuali rispetto a quelli odierni e il Museo della Civiltà Contadina di Roviano, antico abitato laziale, collocato nella Valle dell’Aniene conserva una lontana testimonianza del passato. Durante la festa annuale, si commerciavano merci e bestiame, uno dei momenti clou era senza dubbio la “Tombola di L.200”. Rovianesi e non solo restavano “incollocati” al gioco con il target di conquistare l’ambita somma oppure le vincite più basse, come ad esempio la quaterna da quindici lire. La tombola ancora oggi è un tradizionale gioco da tavolo nato nella città di Napoli nel XVIII secolo e spesso viene accompagnato da un sistema di associazione tra numeri e significati, solitamente umoristici (La Smorfia). Secondo la leggenda, la tombola sarebbe nata da una discussione tra il re Carlo di Borbone e padre Gregorio Maria Rocco circa il gioco del lotto, che il primo voleva sotto il suo controllo pubblico, per evitare che in seguito alla sua soppressione vi fosse il fiorire del lotto clandestino, e il secondo lo valutava “corrotto” per motivi religiosi. Il compromesso viene trovato vietando il gioco durante le festività natalizie, durante le quali le famiglie si organizzano con una “versione da casa”, che diventa rapidamente una tradizione
FGI