GUIDONIA - Rifiuti, nuovo ricorso per non aprire via dell’Inviolata

Il Tar boccia la chiusura della strada d’accesso al Tmb disposta dal sindaco e condanna il Comune a pagare le spese di giudizio. La giunta non ci sta e si appella al Consiglio di Stato: “ridono” soltanto gli avvocati. L’apertura del Tmb sembra già scritta: sentenza il 14 gennaio 2022

Il Tar lo ha messo per iscritto in maniera chiara: l’ordinanza del sindaco di Guidonia Montecelio Michel Barbet per la chiusura di via dell’Inviolata era un atto scritto coi piedi.
Eppure ora l’amministrazione comunale ha deciso di spendere altri soldi pubblici in spese legali e processuali per ribaltare il verdetto espresso lo scorso 14 ottobre dal Tribunale amministrativo del Lazio.
Martedì 16 novembre con la delibera numero 95 la giunta comunale ha dato mandato all’avvocato Xavier Santiapichi di proporre appello cautelare davanti al Consiglio di Stato contro l’ordinanza numero 5510 con la quale il Tar aveva accolto la domanda della “Ambiente Guidonia Srl”, società del gruppo di Manlio Cerroni proprietaria dell’impianto rifiuti Tmb all’Inviolata.
I giudici avevano annullato l’ordinanza numero 190 del 4 agosto firmata dal sindaco del Movimento 5 Stelle per la chiusura di via dell’Inviolata, strada di proprietà della Città Metropolitana di Roma, unica via di accesso all’impianto Tmb.
La “Ambiente Guidonia Srl” il 24 agosto aveva già ottenuto la sospensione dell’efficacia dell’ingiunzione del sindaco che aveva vietato la circolazione di qualsiasi veicolo fatta eccezione per quelli di emergenza e delle forze dell’ordine, in via dell’Inviolata poiché invasa da rifiuti abbandonati da “zozzoni” e svuotacantine.
Col provvedimento il sindaco aveva vietato l’accesso anche ai mezzi adibiti alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle aree industriali dell’ex discarica dell’Inviolata, dello stesso impianto Tmb, oltre che dell’impianto della società Marco Polo Engineering, di Autostrade per l’Italia, del Gasdotto e di siti collegati.
Il Tar aveva censurato il comportamento di Barbet perché con la chiusura “preclude l’accesso al Tmb dei mezzi per il conferimento dei rifiuti, impedendo così l’ordinario e legittimo esercizio dell’attività di trattamento dei rifiuti autorizzata legalmente, avente carattere essenziale e rispondente ad interessi pubblici di primario rilievo”.
I giudici avevano anche rincarato la dose nei confronti di Barbet, evidenziando che l’abbandono di rifiuti in via dell’Inviolata da parte di ignoti è nota da tempo all’amministrazione 5 Stelle, la quale non solo non ha utilizzato gli strumenti previsti dall’ordinamento per fronteggiare la situazione riscontrata, ma non ha neppure ritenuto di autorizzare la società “Ambiente Guidonia” a provvedere alla rimozione dei rifiuti, eliminando così i presupposti all’ordinanza di chiusura.
Il Comune era stato condannato a pagare mille euro per le spese di giudizio oltre accessori di legge. A occhio e croce, l’Ente ne dovrà sborsare ancora tra avvocato e nuove spese di giudizio.
La sentenza per la definizione del giudizio nel merito sarà emessa il 14 gennaio 2022.

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