Stop ai cambi di casacca, la proposta di legge della fidanzata di Berlusconi

La deputata Marta Fascina vuole introdurre in Costituzione il vincolo di mandato parlamentare

Lo aveva detto e l’ha fatto. La deputata di Forza Italia Marta Fascina, attuale compagna di Silvio Berlusconi con un passato da addetta stampa nel Milan, ha depositato alla Camera una proposta di legge che vieta i cosiddetti ‘cambi di casacca’, pena la decadenza dal seggio. L’obiettivo è quello di introdurre in Costituzione – come riferisce Dire (www.dire.it) il vincolo di mandato parlamentare, attualmente non previsto nell’articolo 67 della Carta che invece tutela la libertà di opinione e di voto degli eletti sancendo che “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

L’intenzione di una legge sulla materia, la giovane deputata, orgini calabresi ma cresciuta in Campania e balzata agli onori delle cronache per aver sostituito Francesca Pascale nel cuore del Cavaliere, l’aveva manifestata nei giorni ‘caldi’ degli screzi esplosi all’interno del suo partito in seguito ai vari addii e passaggi in altri gruppi. All’epoca, era fine luglio, Fascina, tramite Facebook, con un lungo post, aveva stigmatizzato l’affossamento di alcuni emendamenti di Forza Italia alla riforma Cartabia anche per colpa dei transfughi azzurri, promettendo che si sarebbe fatta promotrice di una legge ad hoc. E così, il 28 settembre scorso, senza troppo clamore, ha depositato a Montecitorio la proposta che poi in tempi record è stata assegnata alla commissione Affari costituzionali dove questa settimana si avvia l’iter. Oggi pomeriggio, infatti, ne è stata calendarizzata l’illustrazione da parte del relatore, il deputato campano di Forza Italia Carlo Sarro.

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La proposta consta di un solo articolo e stabilisce che l’articolo 67 della Costituzione è sostituito dal seguente: “I membri del Parlamento rappresentano la Nazione. Il parlamentare che si iscrive a un gruppo parlamentare che non rappresenta il partito per il quale è stato eletto decade dal mandato“. Si tratta della seconda proposta di legge che vede come prima firmataria la deputata azzurra da quando è stata eletta in Parlamento. La prima l’aveva depositata a Montecitorio il 14 maggio 2019 per modifiche alla legge 13 aprile 1988, n. 117, in materia di responsabilità civile dei magistrati, tema caldissimo per il partito di Berlusconi.

L’”eccessiva irresponsabilità degli eletti nei confronti degli elettori – spiega la parlamentare fidanzata con Silvio Berlusconi – rendono dunque necessaria l’introduzione di forme di controllo del mandato parlamentare. Infatti, facendo leva sul raccordo tra partito politico e corpo elettorale, il comportamento del parlamentare cosiddetto ‘ transfuga’ può essere interpretato come il tradimento del patto ‘sottoscritto’ con gli elettori, che lo hanno sostenuto accordandogli il consenso anche in quanto candidato di quel determinato partito (e con quello stesso partito che lo ha sostenuto durante la campagna elettorale). A suggello di tale tesi, basti pensare che i gruppi nati in Parlamento e composti da parlamentari transfughi non sono stati – quasi mai – premiati dagli elettori alle elezioni immediatamente successive”.

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A supporto della necessità di una legge costituzionale sul vincolo di mandato parlamentare, Marta Fascina, nel testo che oggi sarà all’esame della Commissione Affari costituzionali della Camera, fornisce alcuni dati: “Nelle ultime sei legislature i cambi di gruppo sono stati più frequenti rispetto al passato, così come più frequente è stata la creazione di gruppi ex novo in corso di legislatura. In particolare, la XVII legislatura ha registrato la maggiore mobilità parlamentare della storia repubblicana con ben 566 parlamentari che hanno cambiato gruppo di appartenenza. Per quanto concerne, invece, la XVIII legislatura, ad oggi i ‘cambi di casacca’ sono stati in totale 268, per una media di 6,3 al mese, gran parte dei quali fa riferimento al solo anno 2021, che ha registrato complessivamente 120 cambi di gruppo, più del doppio rispetto a quelli avvenuti nell’anno 2020 (58) e circa il 44 per cento del totale, dall’anno 2018 a oggi”.

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