Monterotondo – Toh, “Guarda chi si vede”: è il film di Riccardo Camilli

Nei cinema dal 16 febbrio, parla di chi rimane in vita dopo la scomparsa dei propri cari per incidenti causati dalla mancata manutenzione delle opere pubbliche

Toh, “Guarda chi si vede”: è il film di Riccardo Camilli, il cineasta eretino, e montatore televisivo, che si è cimentato nella sua ultima fatica, portandola a termine nel pieno della pandemia.

Sarà sul grande schermo dal 16 febbraio, ma qui si può già vedere vedere una clip d’anteprima.

Camilli, figlio del cantautore Rolando, ha elaborato l’idea del film in seguito al disastro del crollo del ponte Morandi di Genova, avvenuto il 14 agosto 2018. “Mi sono chiesto” afferma Camilli, “come possa essere metabolizzato un lutto da un famigliare diretto di una vittima di sciagure di quella portata. Da qui è nata l’esigenza di raccontare di vittime ben precise: … (le) morti direttamente legate alla cattiva manutenzione di strutture pubbliche … da troppo tempo lasciate al loro fatale destino”.

LO SPUNTO NARRATIVO

“Guarda chi si vede” racconta le storie di tante persone, capitate al posto sbagliato nel momento sbagliato. “Ho voluto astenermi dal raccontare la storia da un punto di vista politico”, precisa Camilli, “non ho voluto neanche contestualizzare l’evento scatenante con qualcosa di realmente accaduto. Nel film si parla di un ponte vicino Ancona, ma il fatto non è legato a nessun ponte specifico, tanto meno ad un episodio realmente accaduto. Ho voluto raccontare una semplice storia di mancanza, di elaborazione del lutto, dell’assenza improvvisa, di come ci si inventa una nuova vita e, soprattutto, di come ci si senta in colpa nell’intraprendere questo cammino. Il tutto, ricercando sempre quella leggerezza che solo la chiave della commedia sa trovare”.

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Narrativamente, Camilli ha scelto di parlare attraverso pochi personaggi, persone comuni che sopravvivono alle vittime, tralasciando i toni tragici per preferire nuances leggere e malinconiche, mantenendo il massimo rispetto e la piena empatia con le persone a cui  il film è dedicato: quelli che rimangono.

IL BUDGET

Il film, decisamente low budget, (è costato solo 18000 euro, di cui 1000 derivati dal crowdfunding raccolto da 50 amici del
regista), è stato girato in 20 giorni, tra il dicembre del 2019 e il 2 settembre del 2020.

IL CAST

Le protagoniste, Claudia e sua figlia Nina, sono state provinate rispettivamente tra 50 e 20 attrici, da cui sono emerse Gioia Vicari e Alessia De Mattia, due esordienti. Nel cast compaiono Matteo Quinzi, attore di teatro, Claudio Camilli, fratello del regista, Tania Angelosanto, attrice, doppiatrice e speaker radiofonica, scelta per la terza volta dal regista eretino dopo le performances in “Giudizi universali” e “Peggio per me”. E poi c’è Angelo Orlando, classe 1962, che  ha ricevuto nel 1992 il premio come miglior attore non protagonista al David di Donatello per il film “Pensavo fosse amore… invece era un calesse”, che qui recita per la prima volta con un proprio ruolo, dopo essersi prestato a diversi “cameo”. Non potevano mancare Elisabetta Ventura, la giornalista spietata, e Claudia Salvatore, la migliore amica della protagonista.

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Per l’occasione, lo stesso Camilli ha vestito i panni dell’attore, calandosi nel ruolo di Marco, vittima dell’incidente mortale e marito di Claudia, che la accompagna sempre nel pensiero.

LA TRAMA

Il film parla di Claudia, una commessa di un negozio di intimo femminile della periferia di Roma, che ha una figlia diciottenne, Nina, con la quale condivide tutto, compreso il dolore per la perdita di suo marito Marco, rimasto vittima del crollo di un ponte nelle Marche, mentre tornava da un mercatino di dischi, di cui era appassionato.
La vita continua a scorrere attorno alla protagonista: le clienti parlano della sua disgrazia, i giornalisti la cercano per “sciacallare” sulla vicenda, la sorella maggiore Katia si butta via in relazioni strampalate, la madre Marisa non riesce a rifarsi una vita dopo
un matrimonio andato a rotoli, Nina non riesce a lasciarsi andare alle sue prime esperienze. Le unisce tutte il senso di colpa che queste donne provano verso Claudia, che lavora sodo e si distrae come può da un lutto ancora difficile da superare.
Finché, una sera, Claudia ha un forte bisogno di parlare con suo marito; allora si prepara, gli apparecchia la tavola, e Marco, finalmente, le appare.

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