GUIDONIA - Disabile resta senza ventilatore a causa del blackout, di notte interviene l’operaio “tuttofare”

Famiglia nel panico, nella notte arriva il dipendente comunale con un gruppo elettrogeno

Alessandro ha compiuto 27 anni lo scorso 30 giugno ed è un ragazzo disabile grave di Guidonia Montecelio.

Vive allettato, accudito dai genitori pensionati, e di notte respira soltanto col ventilatore polmonare. Un macchinario a energia elettrica, come il materasso antidecubito, l’aspiratore e la nutripompa.

In caso di guasti elettrici, la mamma e il papà hanno sempre gestito le emergenze, ma il blackout dell’altra notte ha gettato la coppia nel panico perché 12 ore senza luce non era mai rimasta da quando Alessandro vive così.

Francesco Maccarrone, invece, è di Monterotondo, ha 64 anni e da 44 è un dipendente del Comune di Guidonia Montecelio, fino a due settimane fa l’unico giardiniere in forza alla terza Città del Lazio, ma è anche un volontario della Protezione civile “Nvg-Nucleo Volontari Guidonia” e un ispettore ambientale della Onlus “Fedra”.

Le vite di Alessandro e Francesco si sono intrecciate nella notte tra mercoledì 20 e giovedì 21 luglio grazie alla mamma del ragazzo, Stefania Di Maria, 66 anni, ex Sovrintendente della Polizia Locale di Guidonia Montecelio da due anni in pensione, per 40 anni collega dell’uomo conosciuto per la sua abnegazione al lavoro (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

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All’una di notte di ieri mamma Stefania si è rivolta telefonicamente a Francesco come ultima spiaggia per reperire un accumulatore di energia elettrica che supportasse i macchinari salva-vita di Alessandro.

A raccontare la storia è proprio l’ex agente della Polizia Locale di Guidonia Montecelio, che – come tante famiglie residenti nel Centro della città – verso le 19,30 di mercoledì sera è rimasta in balìa del blackout fino alle 7,30 di giovedì mattina.

Stefania e il marito Roberto Morgavi, 68 anni, hanno iniziato a preoccuparsi per le sorti di Alessandro quando dopo oltre 4 ore la luce non tornava, le candele si consumavano, le torce dei cellulari scaricavano lentamente le batterie, così come quelle dei macchinari del loro ragazzo.

“Nostro figlio la notte respira col ventilatore polmonare – spiega mamma Stefania, attualmente deambulante con una stampella a causa di un intervento al ginocchio – Per questo abbiamo iniziato a contattare tutti i numeri utili, dal 112 al 113 fino al 115.

Nessuno sapeva dirci quando il guasto sarebbe stato riparato e, alla mia spiegazione sulle condizioni di mio figlio, mi suggerivano di telefonare al 118 per farlo trasportare in ospedale”.

Un suggerimento irrealizzabile nel caso di Alessandro, per questo i genitori hanno pensato a Francesco Maccarrone, il dipendente del Comune di Guidonia Montecelio considerato “tuttofare”.

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“Verso l’una – racconta mamma Stefania – l’ho contattato e per fortuna il suo cellulare era acceso. Mi ha risposto spiegandomi che presso i magazzini comunali c’era un gruppo elettrogeno. Lui si è vestito, è accorso da Monterotondo a Guidonia e si è fatto autorizzare dal funzionario per consegnarci il macchinario. Voglio ringraziarlo pubblicamente per il suo gesto di altruismo”.

“Per me non è una questione di straordinari – commenta Francesco Maccarrone tanto è vero che neppure li ho segnati: c’era un ragazzo disabile in seria difficoltà e non potevo fare finta di niente”.

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