Tragedia alle Terme di Cretone, “la grata non c’è mai stata”

Quel giorno in servizio due bagnini, un 18enne e un 20enne

La grata nel bocchettone di svuotamento non c’è mai stata. Quindi il 17 agosto, il giorno della tragedia del piccolo Stepan non poteva essere stata rimossa per velocizzare il deflusso dell’acqua. Nell’inchiesta della procura di Tivoli che dovrà accertare le responsabilità della morte del bambino di 8 anni il fulcro è un altro: la sicurezza che non ha funzionato.

Per una svista o perché organizzato male? Al momento che si è consumato il dramma in servizio c’erano due bagnini, un 18enne e un 20enne. Il primo era addetto allo svuotamento, l’altro alla sorveglianza della vasca centrale. Bisognerà accertare se abbiano ricevuto altre disposizioni nel frattempo.

L’avvocato Alessandro Palombi – tra l’altro parlamentare e sindaco di Palombara – in veste di difensore del bagnino di 18 anni, intanto, smentisce le dichiarazioni addebitate da più media al suo assistito, come quella che “non volevano pagare gli straordinari. Quindi la grata andava rimossa per velocizzare le operazioni di svuotamento”. “Il mio assistito  – ha precisato Palombi – non è ancora stato interrogato e non ha mai fatto nemmeno informalmente dichiarazioni di questo tenore”.

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Gli altri indagati sono il secondo bagnino e i due amministratori delle Terme, tutti accusati di per omicidio colposo.
Le terme, stando a quanto riferisce il legale dei gestori, l’avvocato Gabriele Galeazzi sono state date in concessione nel 1979 e poi aperte, con relativi permessi, nel 1984. “Nessuna grata era prevista – sostiene l’avvocato – e i permessi furono accordati”.

Grata a parte, nel momento in cui il piccolo Stepan è entrato in piscina il servizio di sorveglianza non c’era o non ha funzionato, probabilmente a lungo.

L’annuncio dagli altoparlanti che invitava gli ospiti a uscire dall’acqua per l’inizio dello svuotamento sarebbe stato dato intorno alle 18.20 e nessuno avrebbe visto persone in acqua, secondo quanto ricostruito dai carabinieri. Perché poi a operazioni avviate nessuno sorvegliasse la vasca centrale alta tre metri e con forte capacità di risucchio resta da capire.

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C’è un buco di almeno un quarto d’ora. Il tempo trascorso dal momento della chiusura della vasca a quello in cui il papà di Stepan è andato negli uffici a chiedere di fare un annuncio in russo per rintracciare il figlio dopo che lo aveva cercato disperatamente in tutto il parco. Bambino che, nonostante gli allarmi, ritroverà lui stesso a fondo vasca, intrappolato.

Il resto sono dettagli di cronaca agghiacciante visto che per recuperare il corpo del bambino sono state impiegate quasi due ore. Operazione riuscita solo grazie all’intervento dei sommozzatori dei vigili del fuoco, che si sono ritrovati a svolgere, davanti a una mamma e un papà pietrificati, un compito che li segnerà a vita.

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