GUIDONIA - Setteville in lutto, è morto don Gino Tedoldi

Parroco dal 1996, ha realizzato la nuova chiesa e inventato la Sagra della Cucina Regionale

Quando arrivò nel quartiere, i fedeli erano abituati a partecipare alla messa all’interno di un garage.

Una situazione inverosimile per un uomo arrivato dal Nord Italia con tanta voglia di fare. Inverosimile soprattutto per Setteville, un quartiere di Guidonia Montecelio al confine con Roma Capitale.

Don Gino Tedoldi si è spento stanotte all’età di 78 anni

Se oggi l’ex borgata ha un complesso parrocchiale degno di questo nome e una festa patronale capace di attirare migliaia e migliaia di visitatori da Roma e Provincia è grazie a don Gino Tedoldi.

Lo storico parroco di Santa Maria a Setteville si è spento stanotte nel suo appartamento di via Ludovico Muratori, all’interno di quel complesso parrocchiale inaugurato il primo gennaio del 2000 alla presenza del Cardinal Camillo Ruini, all’epoca Vicario di Papa Wojtyla per la Diocesi di Roma.

Don Gino aveva 78 anni, 28 dei quali trascorsi a Setteville.

Nato il 29 aprile 1946 a Cà d’Andrea in provincia di Cremona, dopo gli studi Luigi (questo è il vero nome, ndr) Tedoldi ha insegnato Lettere antiche a Brescia, luogo della sua conversione ad una fede matura.

Entrato nel Cammino neocatecumenale, è stato missionario e, solo il 18 ottobre 1989 è stato ordinato presbitero. Inviato nel Nord America, ha fondato il seminario Redemptoris Mater di Newark (New Jersey). Affaticato da problemi cardiaci, rientrato in Italia, a marzo del 1996 il Cardinal Camillo Ruini gli assegnata la parrocchia di Santa Maria, una parrocchia di periferia “per restare tranquillo”.

Il sacerdote lombardo fu chiamato a sostituire don Carlo Imarisio, scomparso il 28 Settembre 1995, un prete benvoluto e arrivato a Setteville nell’ottobre 1969 insieme con don Giancarlo Casalone, membri di una congregazione piemontese originaria di Casalmonferrato.

Fu Don Carlo a muovere i primi passi per la nuova chiesa da costruire al posto di quella sorta di autorimessa provvisoria in piazza Trilussa.

Ma la costruzione di un nuovo edificio di culto, per vari motivi, soprattutto economici, non fu impresa facile e tantomeno sbrigativa.

Don Gino sotto il campanile della chiesa di Santa Maria inaugurata il primo gennaio 2000

Fin dal 1996 Don Gino non tardò a rendersi conto che mancavano gli spazi vitali mentre i fedeli aumentavano e quel locale commerciale nella centralissima piazza Trilussa non era più sufficiente. 

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Nel 1998 il parroco lombardo trovò il terreno e iniziò il cantiere. Ma si presentò subito un ostacolo, quando a quasi 3 metri sotto il livello del suolo fu ritrovata l’antica via Tiburtina Cornicolana.

In casi simili a Roma altre chiese sospesero i lavori per alcuni anni.

A quel punto, don Gino si confrontò con l’archeologo di Setteville Eugenio Moscetti e nel giro di un mese, insieme, trovarono la soluzione: la strada fu salvaguardata e ancora oggi è visibile nella cripta-museo sottostante la chiesa, all’interno della quale fu celebrata la prima messa la notte di Natale del 1999, l’inizio del Giubileo.

Una panoramica della Sagra della Cucina Regionale di Setteville

Il nome di don Gino Tedoldi è legato alla “Sagra della Cucina Regionale”, l’evento ideato dal sacerdote nel 1998 per aggregare una comunità composta da persone provenienti da tutte le parti d’Italia.

Don Gino Tedoldi al centro insieme ai membri del Comitato organizzatore della Sagra

L’idea fu vincente: allestire stand con pietanze e prodotti tipici importati dagli abitanti di Setteville al ritorno dalle vacanze di agosto nelle rispettive città di origine.

Fu subito un evento di successo che ancora oggi nel mese di settembre riporta Setteville al centro dell’hinterland.

Il 15 gennaio 2017 Papa Francesco fa visita alla parrocchia di Santa Maria a Setteville

Don Gino Tedoldi insieme al Cardinal Agostino Vallini all’arrivo del Santo Padre

Il prete lombardo riportò Setteville alla ribalta nazionale il 15 gennaio 2017, quando invitò in parrocchia Papa Francesco, il Vescovo di Roma, per far visita al suo vice parroco, don Giuseppe Berardino, dal 2015 malato di Sla e ridotto in stato vegetativo.

Don Giuseppe Berardino, il compianto vice parroco di Santa Maria a Setteville

Il 15 gennaio 2017 almeno 2 mila fedeli accorsero a Setteville per vedere il Papa

Quasi 2 mila persone assiepate dentro e fuori la chiesa per salutare Papa Bergoglio.

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Dopo aver donato conforto a don Giuseppe, il Santo Padre incontrò un gruppo di duecento giovani, centocinquanta ragazzi del gruppo post cresima e cinquanta scout, di età compresa tra 13 e 19 anni, confessò direttamente quattro persone, un giovane, una coppia e un single, incontrò 42 coppie che nel 2016 avevano fatto battezzare i figli da don Gino.

Nel 2021 don Gino Tedoldi aveva lasciato l’incarico di parroco per sopraggiunti limiti di età a don Leo Torres, ma aveva deciso di trascorrere gli ultimi anni della sua vita nel quartiere che aveva amato e in cui è stato in larga parte ricambiato.

La sua morte è stata ricordata stamane sul Gruppo Facebook “Sei di Setteville se…”.

D’altronde, in 28 anni ha esteso e supportato i gruppi, le associazioni ecclesiali, l’aiuto e il sostegno a famiglie bisognose e ai malati, ha iniziato il cammino neocatecumenale che oggi conta ben 7 comunità, ha avviato l’esperimento di un nuovo post cresima per i ragazzi dai 13 ai 19 anni che oggi conta ben 130 giovani con un numero di collaboratori ed animatori pari a 40 unità.

Chi lo ha conosciuto bene, come l’avvocato Michele Venturiello, racconta che don Gino si è caratterizzato per una predicazione viva, efficace e verace della fede in Gesù Cristo, sicuramente poco politicamente corretto, ma molto fedele alla tradizione e alla dottrina della Chiesa che ha sempre rivendicato quale motore di civiltà ed autentico progresso per gli uomini e le donne di tutti i tempi e di oggi in particolare.

“Don Gino è stato una guida spirituale straordinaria, sempre pronto ad aiutare chiunque ne avesse bisogno – si legge nel post di un parrocchiano sul Gruppo “Sei di Setteville se…” – La sua dedizione, la sua bontà e il suo instancabile impegno nel fare del bene lasciano un’impronta indelebile nella nostra comunità e nei cuori di tutti noi.

Che possa riposare in pace e che il suo spirito continui a illuminare il nostro cammino”.

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