GUIDONIA - Leonardo, promosso con la media del 9,36 e protagonista sul ring

Speciale Eccellenze Scolastiche - Promosso in secondo Liceo, il 14enne di Carcibove svela il suo segreto: “Non sprecare tempo”

Alle elementari è sempre stato il primo della classe e dalle scuole medie è uscito con un bel 10 e lode.

Leonardo Leone ha 14 anni, è uno studente dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Majorana-Pisano” di viale Roma a Guidonia e ha appena terminato il primo anno del Liceo Linguistico Cambridge con una media del 9.36, una delle più alte tra tutti i ragazzi della Città dell’Aria.

Guai a identificarlo come un “secchione”, perché Leonardo si è organizzato con un metodo di studio che nella sua carriera scolastica gli ha permesso di non rinunciare mai alle sue passioni pur ottenendo voti altissimi.

Le uscite con gli amici, i Social, lo sport, prima il basket e ora il pugilato.

Figlio di Francesco, storico dell’arte e docente universitario originario di Borgonovo, a Tivoli Terme, e di Cecilia, funzionario del Comune di Guidonia originaria di Montecelio, anche loro ex studenti del Liceo “Ettore Majorana” di Guidonia, Leonardo appare un ragazzo determinato e con le idee molto chiare.

Quali sono le tue materie preferite?

Le materie per le quali mi sento più portato sono la matematica e l’italiano. Penso di ottenere ottimi risultati anche in fisica, inglese, in scienze e in geostoria. Mi appassiona molto la storia dell’arte.

Per ottenere simili risultati quante ore dedichi allo studio?

Per ottenere dei buoni risultati a scuola è necessario impegnarsi.

Penso però che studiare ininterrottamente dalla mattina alla sera per una verifica sia dannoso e controproducente. Io dedico di solito non più di 2 ore allo studio (al massimo 3 nei giorni più duri). L’importante è concentrarsi al massimo in quelle due ore, studiare con metodo, saper gestire il tempo e fare delle pause ogni tanto.

Come riesci a conciliare studio e vita sociale?

Penso che il segreto sia non sprecare tempo. Io cerco di tenermi sempre impegnato e di evitare momenti “morti” nella mia giornata. Dopo anni di tentativi (all’inizio era dura anche per me) ho imparato a organizzarmi. Ora riesco a conciliare studio e sport con molta tranquillità e posso permettermi di stare con i miei amici anche quando il tempo è poco.

Quali sono i tuoi hobby e interessi?

Dedicarsi alle proprie passioni è importantissimo.

Io faccio pugilato, mi alleno tre volte a settimana più un incontro la domenica due volte al mese. Mi piace molto leggere e guardare le serie TV.

Dopo la Maturità c’è l’Università o l’ingresso nel mondo del lavoro? Quale e perché?

Molto spesso mi sono chiesto cosa farò dopo la scuola. Vorrei andare all’università e magari studiare qualche anno all’estero, per confrontarmi con realtà diverse dalla nostra.

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Cosa sogni di fare da grande?

Non sono ancora certo su cosa farò da grande. Durante i miei studi capirò la mia vocazione e la seguirò qualunque essa sia, per poi trovare un lavoro che mi dia stabilità economica e serenità. Al momento mi interessano molte cose, come la medicina o l’economia, magari legata al mondo della moda; non escludo neanche studi di legge.

Il tuo futuro è in Italia o all’estero?

L’Italia è il paese più bello del mondo e non lo lascerei mai, anche se molte volte non dà le giuste opportunità ai giovani. Andrò dunque dove riterrò più opportuno; di certo non mi lascerò spaventare dalla lontananza da casa per inseguire i miei sogni.

In Italia quanto premia il merito?

La meritocrazia purtroppo non è uno dei punti forti del nostro paese. In Italia molto spesso si tende a dare un’opportunità a chi viene da una buona famiglia piuttosto che a chi lo merita veramente. E’ ovvio che esistono molte eccezioni e che l’Italia non è l’unico paese in cui si verifica questo fenomeno.

E’ inutile nascondere però che è diventato difficile iniziare qualcosa da zero e perciò molti giovani tendono a seguire le orme dei genitori per avere un lavoro sicuro invece di inseguire i propri sogni.

Un tempo gli studenti con una media alta venivano chiamati secchioni e oggi nerd. Sei mai stato chiamato così? Ti senti un secchione e quale valenza dai al termine?

Purtroppo molti ragazzi bravi a scuola vengono definiti “nerd” o “secchioni” dai loro compagni. Questo è un modello sbagliato che la società ci impone sin da quando siamo piccoli. Molte persone non riescono a immaginare un ragazzo bravo a scuola che abbia altri interessi oltre allo studio.

Dare delle etichette così sciocche agli studenti bravi è secondo me una forma di bullismo che potrebbe portare molti ragazzi a vergognarsi delle proprie capacità, quando in realtà si tratta solo di stereotipi inesistenti usati da persone poco intelligenti e invidiose per sentirsi parte di un gruppo o sminuire dei risultati che non riescono a ottenere.

A me non è mai capitato di essere chiamato “secchione” o “nerd” perché ho sempre aiutato i miei compagni a studiare e non ho mai rinunciato alla mia vita sociale per dedicarmi allo studio. In questo modo i miei amici mi vedono come uno di loro e non come un “alieno” da respingere.

L’importante è non vantarsi dei propri risultati e rimanere sempre umili, diventando così dei modelli da seguire e da ammirare.

Secondo te quanto è importante studiare?

A mio avviso studiare è molto importante. Con lo studio noi riusciamo ad essere cittadini del mondo, a stare tra le persone, a costruirci un futuro e a scoprire meglio noi stessi. E’ importante però capire quando è il momento di fare una pausa e coltivare i nostri interessi; come nello sport, anche a scuola è necessario recuperare tra un allenamento e l’altro.

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Tanti giovani ambiscono a diventare influencer e personaggi Social: quale è la tua opinione sulla cosiddetta “strada più semplice”?

E’ da un po’ di anni ormai che quello dell’influencer è diventato un lavoro a tutti gli effetti. I social sono la principale fonte di reddito per molti giovani; è un mondo che va oltre i semplici “balletti”, perché dietro a un video c’è molto spesso un team di persone che cerca di arrivare a un risultato. In un’Italia piena di disoccupazione dunque i social potrebbero generare moltissimi posti di lavoro per molti giovani.

Dovremmo vedere i social come una normale professione e non come un modo semplice per guadagnare come fanno molti di noi. Per lavorare sui social occorrono diverse abilità, dal saper stare davanti a una telecamera a parlare le lingue, dal saper portare contenuti di interesse a guidare un’azienda.

E’ per questo che secondo me lo stato dovrebbe incoraggiare i giovani a un utilizzo sano dei media, eliminando tutti i modelli negativi e alimentando quelli positivi.

Sei presente sui Social? Quanto tempo dedichi ai Social durante una giornata e per fare cosa?

Io, come ogni ragazzo della mia età, uso i social quotidianamente per rilassarmi qualche minuto, per restare aggiornato su ciò che accade intorno a me o talvolta anche per postare delle fotografie.

L’importante è non abusare di questi mezzi dal potere sconfinato, bisogna rispettare tutte le persone con cui si entra in contatto, come sarebbe giusto fare anche nella vita vera e propria.

Bisogna inoltre capire che esiste un mondo da scoprire e che vale la pena guardarlo anche di persona oltre che dietro a uno schermo. Tenendo presente questi concetti, i social sono semplicemente una realtà in grado di coesistere con quella di sempre.

Per i tuoi voti eccellenti a scuola a chi devi dire grazie?

Per i miei voti devo ringraziare i miei genitori, che mi hanno sempre incoraggiato e dato gli stimoli giusti e i professori, che mi hanno aiutato quando è stato necessario. Se devo dire grazie a qualcuno in particolare però, quello sono io.

Siamo noi gli artefici del nostro destino e gli unici a poter influenzare gli eventi della nostra vita, perché la dedizione e la forza di volontà sono la chiave per raggiungere i nostri obiettivi.

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