TIVOLI – Boschetto raso al suolo, il Comune non ha rilasciato autorizzazioni alle suore

L'ex assessore all'Ambiente Gianni Innocenti: "L'alianto è dannoso, la robinia invasiva"

In riferimento all’articolo TIVOLI – Troppi topi, le suore radono al suolo il Boschetto sottoposto a vincolo, dall’ex assessore all’Ambiente del Comune di Tivoli Gianni Innocenti riceviamo e pubblichiamo:

L’ex assessore all’Ambiente del Comune di Tivoli Gianni Innocenti

“In relazione all’articolo ritengo necessario esprimere alcune precisazioni poiché alla data della autorizzazione da voi citata esercitavo ancora l’incarico di Assessore all’Ambiente del Comune di Tivoli.

L’Ufficio Ambiente, sentito il Dirigente, non ha autorizzato alcun intervento di abbattimento alberature, atto amministrativo che si rilascia solamente in seguito alla presentazione di una domanda accompagnata dalla documentazione certificata di un agronomo iscritto all’ordine della categoria, questa non pervenuta agli atti dell’ufficio.

Inoltre, lo stesso Dirigente del Settore X – Politiche Ambientali e Sviluppo Sostenibile del Comune di Tivoli ha precisato che, in riferimento agli interventi in argomento, agli atti dell’ufficio è pervenuta una semplice “comunicazione di inizio lavori di manutenzione ordinaria consistenti nel taglio della vegetazione spontanea e bonifica ambientale”.  Non trattasi quindi di richiesta di autorizzazione al taglio di alberature.

Rilevo comunque che, secondo quando espresso nella lettera citata nell’articolo, le essenze abbattute sarebbero Ailanto e Robinia.

E’ bene informare che:

  • tali specie vegetali sono citate nel Regolamento di esecuzione (UE) 2016/1141 del 13 luglio 2016 e comprese nell’elenco delle “specie esotiche invasive di rilevanza unionale” (ovvero diffuse in tutta Europa).
  • I danni che l’Ailanto genera con la sua espansione rapida in Italia e in tutto il Continente europeo sono descritti in un progetto Life europeo mirato al territorio della Regione Lombardia consultabile al link: Natura+che+vale+Ailanthus+altissima&rlz=1C1DIMC_enIT877IT877&oq
  • Sullo stesso sito sono citati gli interventi di eradicazione già effettuati in Italia con finanziamenti europei in Toscana, Puglia, Parco delle Murge, Isola di Montecristo, Parco del Gargano, Regione Piemonte.
  • Al link: https://www.carabinieri.it/media—comunicazione/silvae/la-rivista/aree-tematiche/biodiversita/eradicazione-di-ailanthus-altissima-nel-parco-nazionale-dell-alta-murgia-un-progetto-europeo viene descritto l’intervento di eradicazione dell’Ailanto in base ad un finanziamento europeo del programma LIFE natura.
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Per concludere con le segnalazioni, nelle linee guida dell’ISPRA per la gestione delle specie vegetali alloctone possono essere acquisiti i dati sui gravi danni che l’Ailanto o Albero del Paradiso produce:

“Attualmente, l’ailanto è considerato una pianta molto invasiva, diffusa in ambiente urbano e antropizzato in gran parte dei paesi europei (Italia inclusa), negli Stati Uniti, in Australia e in Nuova Zelanda. Questa specie è particolarmente abbondante nelle zone urbane e nelle aree archeologiche, dove le sue radici arrecano anche gravi danni alle strutture e ai monumenti di valore storico e archeologico (Celesti-Grapow, Ricotta 2021). Si diffonde negli incolti abbandonati e nelle zone agricole, spesso lungo le siepi ma anche all’interno di vigneti e oliveti. Inoltre, può invadere gli habitat naturali e seminaturali (pinete, querceti, foreste ripariali, dune costiere), soprattutto in caso di disturbo antropico, come ad esempio la presenza di reti di trasporto o l’apertura di radure nei boschi (EPPO 2019).

Nel 2019 Ailanthus altissima è stato incluso tra le specie invasive di rilevanza unionale (Regolamento UEn. 1143/2014), per le quali vige il divieto di commercio, possesso, scambio, trasporto e rilascio in natura nei Paesi membri. Il regolamento europeo impone anche l’obbligo di immediata segnalazione, controllo o eradicazione in ambienti naturali, dove l’Ailanto entra in competizione con le specie native e dove la sua diffusione rappresenta una minaccia per la conservazione della biodiversità. La rimozione dell’ailanto, tuttavia, è molto laboriosa, perché l’albero mostra una elevata capacità rigenerativa a partire dall’apparato radicale anche dopo il taglio.

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https://www.isprambiente.gov.it

La Robinia infine è ricompresa nell’elenco delle specie vegetali alloctone invasive della Regione Emilia Romagna.

Per quanto riguarda il Lazio si possono acquisire informazioni sugli interventi di eradicazione nella Nota Regione Lazio DECRETO LEGISLATIVO 15 dicembre 2017, n. 230 scaricabile al link:

https://www.regione.lazio.it/cittadini/tutela-ambientale-difesa-suolo/parchi-rete-natura-2000/specie-esotiche-invasive.

L’Ailanto, inoltre, può rappresentare anche un rischio per la salute umana. L’ailantina, presente in tutte le parti della pianta, può causare reazioni allergiche e irritazioni cutanee in alcune persone.  Il contatto con il lattice dell’Ailanto può causare dermatite da contatto. È importante evitare il contatto diretto con l’Ailanto e adottare precauzioni durante le operazioni di gestione.

https://imprendo.co/giardinaggio/alberi/ailanto/

E’ utile anche collegarsi al link che segue per comprendere i danni che il cosiddetto Albero del Paradiso provoca all’ambiente europeo: https://www.nationalgeographic.it/come-combattere-la-natura-altamente-invasiva-dell-albero-del-paradiso

Tanto dovevo per completezza di informazione e sulla reale attività svolta dall’Ufficio ambiente del Comune di Tivoli nel caso in questione.

Personalmente, da ambientalista convinto e impegnato da decenni nella tutela del territorio tiburtino rilevo che, se si parla di paesaggio tiburtino ed in particolare di quello che aggetta sulla Valle dell’Inferno sovrastata dalla Grande Cascata, poco o nulla hanno a che vedere con esso le infestanti Robinie e Ailanto. Storicamente sono gli Olivi, le Querce, i Lecci, gli Alberi di Giuda, i vigneti del Pizzutello di Tivoli, che lo caratterizzano e da frequentatore del territorio tiburtino-prenestino e della Valle dell’Aniene, posso affermare che non ho mai visto un nido di uccelli sui rami, caduchi e stagionali, di un albero di Ailanto.

Cordiali saluti

Gianni Innocenti

  

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