GUIDONIA – Due assalti in 5 giorni, preso il rapinatore di “Acqua & Sapone”

Il 33enne italiano ha colpito due volte al supermercato e una in farmacia: abitava poco distante

A incastrarlo sono state le immagini dei sistemi di videosorveglianza e gli indumenti rinvenuti dagli investigatori.

Così gli agenti del Commissariato di Tivoli-Guidonia hanno chiuso il cerchio intorno al bandito che due anni fa seminò il terrore tra i commercianti di Colle Fiorito di Guidonia.

I poliziotti hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale del Riesame di Roma, nei confronti di M. D. P., 33enne italiano, originario di Roma e trapiantato a Colle Fiorito, già noto per reati contro il patrimonio.

Sarebbe lui l’autore di due rapine messe a segno il 19 gennaio 2023 e il 24 gennaio 2023 ai danni del supermercato “Acqua & Sapone” di via dei Mughetti 7 all’interno del Centro commerciale del quartiere.

Sempre lui l’autore di una rapina tentata negli stessi giorni ai danni della Farmacia “Scaramella” di via dei Girasoli, sempre a Colle Fiorito.

Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal Tribunale per il Riesame di Roma, su appello proposto dal Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli, a seguito del rigetto da parte del Giudice per le Indagini Preliminari della richiesta di applicazione della misura cautelare.

L’Ordinanza cautelare scaturisce da un’attività investigativa condotta a seguito dei tre assalti consumati tutti col medesimo modus operandi. Volto travisato da mascherina chirurgica e armato di pistola, il bandito minacciava il personale per impossessarsi dell’incasso, dileguandosi successivamente a piedi.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - La vecchia stazione chiuderà

Il primo colpo nel punto vendita di via dei Mughetti 7, verso le 11,30 di giovedì 19 gennaio 2023 (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

La seconda rapina a distanza di 5 giorni al supermercato “Acqua & Sapone” fu consumata poco dopo le 19,30 di martedì 24 gennaio: bottino di circa 400 euro (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Secondo un comunicato stampa diffuso oggi, martedì 15 aprile, dal Procuratore di Tivoli Francesco Menditto, durante le indagini gli investigatori del Commissariato Tiburtino hanno acquisito plurimi elementi indiziari nei confronti di M. D. P., valutati dal Giudice come “idonei a fondare l’adozione della misura cautelare”, in virtù di una “solida piattaforma indiziaria”.

I poliziotti hanno accertato che il 33enne abitava poco distante dal punto vendita “Acqua & Sapone”: in poche parole usciva, rapinava e rincasava.

Nel corso della perquisizione domiciliare, gli investigatori hanno sequestrato una replica in metallo di una pistola, oltre a diversi capi di abbigliamento, tra cui cappelli con visiera e scarpe da ginnastica, compatibili con quelli utilizzati durante la commissione delle rapine.

LEGGI ANCHE  PALOMBARA SABINA - C'è la tiktoker Rita De Crescenzo: invasione di turisti in arrivo?

Ulteriori accertamenti tecnici condotti dalla Polizia Scientifica, hanno evidenziato una corrispondenza biologica del profilo genetico (DNA) tra un calzino tagliato rinvenuto nell’abitazione del 33enne e un secondo calzino dello stesso tipo, trovato all’interno di un sottoscala condominiale.

Secondo quanto riportato nell’ordinanza cautelare, tale evidenza costituirebbe un ulteriore elemento a sostegno del quadro accusatorio, in quanto il reperto risulterebbe coincidere, per colore, disegno e conformazione, con l’indumento indossato in occasione dei delitti.

Mediante l’ulteriore video-analisi eseguita dall’Unità Indagini Elettroniche della Polizia Scientifica, sono state effettuate comparazioni fisionomiche tra le immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza e le caratteristiche somatiche dell’indagato, nonché tra gli indumenti indossati dall’autore delle rapine e quelli sequestrati, comparazioni che hanno fatto emergere significative compatibilità.

È stata infine rilevata una corrispondenza tra un tatuaggio visibile sul dorso della mano dell’autore ripreso e quello effettivamente presente sul 33enne arrestato.

Molteplici fonti di prova — tra cui riscontri biologici, analisi video-fotografiche, sequestri di oggetti pertinenti al reato e precedenti specifici — che hanno convinto il Giudice circa la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e concrete esigenze cautelari, quali il pericolo di reiterazione del reato, disponendo l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.