MONTEROTONDO - Il sindaco vieta gli usi impropri di acqua potabile

Non si può annaffiare, riempire le piscine e lavare l’auto. Via ai controlli a campione

Si chiama ordinanza antispreco e viene emessa ogni anno per prevenire gravi inconvenienti derivanti dalla scarsa disponibilità di risorse idriche.

Per questo stamattina, mercoledì 4 giugno, il sindaco di Monterotondo Riccardo Varone ha firmato l’ordinanza contingibile e urgente numero – CLICCA E LEGGI L’ORDINANZA – stabilendo il divieto di usi impropri dell’acqua potabile nel periodo estivo.

Il provvedimento è stato richiesto da Acea ATO 2 Spa sulla base delle analisi degli andamenti pluviometrici e degli idrogrammi sorgivi per i principali acquiferi in cui si registra una carenza di acqua.

L’ordinanza del sindaco prevede il divieto:

• di irrigazione di orti, giardini attraverso l’utilizzo di condotte con allaccio alla rete dell’acquedotto comunale;

• di riempimento di ogni tipo di piscine private;

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• di lavaggio automobili/cicli/motocicli;

• di lavaggio di spazi, corti ed aree private;

• di utilizzo dell’acqua potabile per qualunque uso ludico o che non sia quello del servizio personale;

• di prelevare acqua dalle fontane pubbliche per usi diversi dall’alimentazione se non da persone a questo autorizzate e per gli usi cui tali prese sono destinate,

• di prelevare acqua dagli idranti antincendio installati nelle strade se non per lo spegnimento di incendi.

I prelievi di acqua dalla rete idrica sono consentiti esclusivamente per normali usi domestici e comunque per tutte le attività regolarmente autorizzate e per le quali necessita l’uso di acqua potabile.

Sono esclusi dall’ordinanza gli annaffiamenti, che comunque devono essere eseguiti con parsimonia, dei giardini e parchi ad uso pubblico e le aree cimiteriali, qualora l’organizzazione del servizio non consenta l’annaffiamento in orario notturno, nonché i servizi pubblici di igiene urbana e per tutti i soggetti economici che impieghino l’acqua quale elemento indispensabile per le proprie attività.

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Per chi non rispetta l’ordinanza, oltre alle sanzioni penali, sono previste sanzioni amministrative da un minimo di 25 euro ad massimo di 500.

Chiunque violi ripetutamente i divieti, oltre all’applicazione della massima sanzione pecuniaria, verrà denunciato all’Autorità Giudiziaria per aver recato colposamente un grave danno alla collettività.

La Società Acea ATO 2, congiuntamente con il personale della Polizia Locale e delle Forze dell’Ordine, effettuerà controlli a campione per verificare il corretto uso dell’acqua potabile.

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