TIVOLI – “Stop al genocidio”: i docenti dell’Istituto “Volta” si mobilitano per Gaza

E' la prima scuola del territorio a prendere posizione

Il mondo della scuola si mobilita contro il genocidio in corso nella Striscia di Gaza ad opera del governo israeliano.

Ieri, mercoledì 3 settembre, il Collegio docenti dell’Istituto Tecnico Tecnologico Statale “Alessandro Volta” di Tivoli-Guidonia ha approvato all’unanimità il documento ispirato al movimento nato a Brescia e che oggi conta oltre mille iscritti coinvolgendo istituti scolastici di tutta Italia.

L’istituto “Volta” diretto dalla preside Maria Cristina Berardini è il primo, nella provincia Nordest di Roma, ad aver presentato, discusso e approvato il documento.

Durante il Collegio di ieri, tenutosi presso la sede distaccata di Guidonia, gli insegnanti dell’Istituto superiore hanno aderito al manifesto proposto dal gruppo “Docenti, educatrici, educatori per il rispetto dei diritti umani in Palestina”.

“Un segnale forte da tutta e per tutta la comunità scolastica che prende posizione contro il genocidio in corso sulla striscia di Gaza – commentano gli insegnanti – Speriamo che anche altri Istituti, dirigenti, docenti e tutto il personale scolastico si attivino e diano voce a questa iniziativa”.

“Siamo educatori ed educatrici, insegnanti, professioniste/i dell’educazione e della cura che lavorano in vari istituti scolastici di ogni ordine e grado – si legge nel primo documento approvato ieri – In vista dell’inizio del nuovo anno scolastico ci siamo incontrati per condividere un sentire che ci accomuna rispetto alla tragedia che si sta consumando in Palestina.

A breve la scuola riprenderà e non possiamo immaginarci di iniziare così, come se niente fosse, di partecipare al primo collegio docenti o alle prime riunioni, come di routine, di ritrovare i nostri alunni allegri, fiduciosi e giocosi, come dovrebbero essere tutti i bambini e i ragazzi del mondo, senza pensare ai bambini e alle bambine di Gaza.

Ci sentiamo angosciati, sgomenti e impotenti di fronte a quanto sta accadendo in Palestina, con la complicità del mondo occidentale. Non possiamo più fare finta di niente, non è possibile”.

“Pensiamo – si legge ancora nel documento – che il mondo della scuola e dell’educazione debba mobilitarsi per affermare con forza il proprio dissenso, prendere posizione, scioperare per opporsi al genocidio in atto, alzare la voce; è urgente farci sentire dal nostro Governo e dal nostro Parlamento per cercare di difendere, proteggere, salvare la popolazione, le bambine e i bambini di Gaza.

Noi ci occupiamo di bambine/i, di ragazze/i, cerchiamo di trasmettere loro valori e speranze, il nostro mestiere è la cura: come possiamo dedicarci a tutto ciò sapendo che ci sono famiglie, bambini e bambine che vengono intenzionalmente uccisi, lasciati morire di fame e di sete?

Sapendo che il nostro Paese, che l’8 giugno 2025 ha rinnovato il Memorandum d’intesa in materia di cooperazione militare e della difesa con Israele (violando la Costituzione e il diritto internazionale), è complice di simili atrocità?

Abbiamo quindi deciso di costituirci come gruppo “Docenti, educatrici, educatori per il rispetto dei diritti umani in Palestina”.

L’appello degli insegnanti dell’Istituto Tecnico Tecnologico Statale “Alessandro Volta” di Tivoli-Guidonia è per le istituzioni.

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“Ci rivolgiamo – scrivono nel documento – anzitutto al Parlamento e al Governo Italiano affinché condannino con fermezza i crimini contro l’umanità commessi dal governo israeliano, ne chiedano l’immediata cessazione e pretendano la riapertura di tutti i valichi per poter fornire assistenza umanitaria e sicurezza alla popolazione civile.

Chiediamo:

– che il Governo Italiano cessi immediatamente l’invio di armi verso Israele e ogni forma di collaborazione militare con il governo israeliano.

La Costituzione italiana ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e la legge 185/1990 vieta il commercio di armi con Paesi in guerra o che violano il diritto internazionale.

La vendita di armi a Israele, pertanto, deve essere immediatamente arrestata.

– che il governo italiano assuma una posizione di ferma condanna verso i crimini di guerra e contro l’umanità commessi dal governo israeliano. È inoltre necessaria una ferma condanna del progetto di costituire la “Grande Israele”.

– che il Governo Italiano pretenda l’apertura di tutti i valichi, la fine del blocco degli aiuti e il ritorno, per la loro distribuzione delle agenzie dell’ONU e delle ONG.

– che il Governo italiano sospenda ogni forma di collaborazione politica ed economica con Israele fino a quando non si ponga fine al genocidio in corso e all’occupazione dei territori palestinesi, garantendo assistenza umanitaria e sicurezza della popolazione civile.

– l’immediato riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina (come già hanno fatto altri 143 Stati) per affermare un diritto universale e inalienabile, e il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.

– che il nostro Paese si unisca agli altri paesi in sede europea e internazionale per la convocazione di una conferenza di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, al fine di costruire una pace giusta e duratura in Medio Oriente.

– che il nostro Governo sostenga l’operato delle istituzioni internazionali deputate a garantire il rispetto del diritto internazionale, anche considerando che l’occupazione dei Territori Palestinesi rappresenta una palese violazione di tale diritto”.

Secondo i docenti, il primo passo per ottenere tutti i punti elencati è uno sciopero generale unitario della scuola per denunciare il genocidio in corso.

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Da qui l’appello ai sindacati.

“Invitiamo – termina il documento – tutto il mondo della scuola e dell’educazione a organizzarsi con urgenza per costruire azioni e mobilitazioni efficaci e congiunte, che coinvolgano gli studenti e le famiglie, per affermare con forza che la scuola italiana esige il rispetto dei diritti umani, sempre e per tutti, anche in Palestina.

Chiediamo al MIM di introdurre programmi scolastici sull’educazione alla pace e alla nonviolenza, di promuovere nelle scuole approfondimenti storici sul sionismo e chiarire la differenza tra antisemitismo e antisionismo.

Invitiamo infine l’intero mondo del lavoro e la società civile ad unirsi a noi.

Per gli studenti e le studentesse italiani tra pochi giorni inizierà la scuola, per i loro coetanei palestinesi non sarà così.

Non possiamo continuare a tacere, non siamo complici di questo genocidio”.

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