TIVOLI - “Datemi il permesso edilizio”, poliziotto denunciato dai funzionari comunali: assolto

Dopo un anno di attesa, l’agente prende i nomi dei dipendenti che tardano e loro lo querelano

Per 4 volte era stato contattato e invitato in Municipio a ritirare il certificato per il cambio di destinazione d’uso della sua abitazione.

Ma per altrettante volte se lo era visto negare per l’assenza del funzionario responsabile.

E proprio quando sembrava arrivato il momento giusto, erano sorti nuovi intoppi e lungaggini.

A quel punto, probabilmente esasperato, si sarebbe qualificato come appartenente alla Polizia di Stato chiedendo le generalità dei funzionari comunali che tardavano ancora nel rilascio.

Per tutta risposta, loro lo hanno querelato.

Cose che possono capitare al Comune di Tivoli.

Tuttavia ieri, lunedì 3 novembre, il Tribunale di Tivoli ha dichiarato di non doversi procedere nei confronti di un 56enne assistente capo della Polizia di Stato imputato per abuso d’ufficio.

Il Collegio presieduto da Cristina Mazzuoccolo – a latere i giudici Camilla Amedoro ed Eugenio Gagliano – ha condiviso la richiesta della difesa e dello stesso pubblico ministero che ha proposto l’assoluzione del poliziotto perché il fatto non è previsto dalla legge come reato.

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Le indagini della Procura di Tivoli erano state aperte a seguito di un esposto presentato alla Guardia di Finanza da parte dell’ex Segretario Generale del Comune di Tivoli Lucia Leto.

L’alta funzionaria dello Stato aveva riferito che il 6 settembre 2018 l’assistente capo della Polizia di Stato si era recato presso l’Ufficio condono edilizio per ritirare il certificato di cambio di destinazione d’uso senza lavori richiesto un anno prima e per il quale l’agente aveva anche pagato i 100 euro previsti.

In poche parole, l’unico obiettivo del poliziotto era regolarizzare la sua abitazione accatastata come ufficio.

Fatto sta che il 6 settembre 2018 il funzionario incaricato della pratica non si era fatto trovare, come era accaduto in altre precedenti occasioni.

Per questo il poliziotto aveva interpellato altri funzionari dell’Ufficio condono chiedendo di ritirare il permesso.

Alla risposta negativa degli altri funzionari, l’utente aveva chiesto di incontrare anche il Segretario Generale e a quel punto si sarebbe qualificato come agente della Polizia mostrando il tesserino.

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Secondo il racconto dell’ex Segretario Generale, successivamente il 56enne avrebbe anche estratto un taccuino e annotato le generalità dei funzionari, compresa la Dottoressa Lucia Leto, affermando di avere l’obbligo di dover intervenire per evidenziare gli illeciti appena accertati

Successivamente il 56enne avrebbe insistito per sapere se l’ingegnere responsabile che doveva firmare il permesso fosse assente, in malattia o in ferie.

Durante il processo è emerso che in realtà il certificato di cambio di destinazione d’uso era stato redatto dal funzionario assente dell’Ufficio condono già il 27 luglio 2018, per cui il 6 settembre 2018 il poliziotto avrebbe dovuto soltanto ritirarlo.

Insomma, non avrebbe potuto minimamente esercitare pressioni sugli impiegati comunali per agevolare il rilascio del certificato: l’uomo aveva soltanto perso la pazienza.

Ci sono voluti 7 anni di processo per capirlo.

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