Sul caso indagano gli agenti dell’Ufficio di Polizia di Villalba che nell’appartamento hanno sequestrato una pistola a tamburo utilizzata dall’imprenditore: gli investigatori stanno accertando la provenienza dell’arma e la proprietà, visto che le pistole regolarmente detenute dalla vittima erano custodite in cassaforte. Giuseppe Turturo è spirato verso le 22,30 di ieri sera al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli dove era stato trasportato in ambulanza, ma il pubblico ministero di turno in Procura Stefania Stefanìa ha stabilito di rimettere la salma a disposizione dei familiari, essendo chiara la causa della morte. Guidoniano doc, nato il 7 dicembre 1950, primo figlio di Vincenzo e Maria, lui uno scalpellino arrivato nella città dell’Aria nel 1934 da Ruvo di Puglia per lavorare alle cave, mentre lei nel 1949 inaugurò il primo alimentari nella Città di Fondazione. “Pino”, come lo chiamavano tutti, è stato l’unico che ha seguito la strada tracciata dai genitori, tant’è che ancora minorenne lasciò gli studi di Ragioneria per lavorare in bottega e alla morte del papà nel 1979 continuò al fianco di mamma Maria. Sposato, padre di tre figlie – una commercialista di 40 anni, la seconda di 38 che ha lavorato con lui e la più piccola di 21, studentessa universitaria – “Pino” Turturo è stato il “numero uno” della grande distribuzione: negli anni Ottanta inaugurò la “Standa” in viale Roma, poi la “Gs” – oggi “Carrefour” – a Colle Fiorito e infine nel 2007 l’altro “Carrefour” a Setteville Nord, venduto alla casa madre a febbraio scorso. In quell’occasione Tiburno lo intervistò e l’imprenditore annunciò di aver chiuso col commercio e la volontà di dedicarsi all’immobiliare.
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