Sono molti gli aspetti della professione del medico sportivo che ancora oggi vengono ignorati e/o sottovalutati. Alcuni addirittura pensano che la visita medico sportiva sia legata esclusivamente alla necessità di produrre la certificazione di idoneità alla pratica di un’attività fisica. Una visione, ovviamente,
molto riduttiva, come emerge dalla nostra rubrica del Vero & Falso realizzata grazie alla consulenza del Dottor Marco Scarcìa, medico chirurgo specialista in Medicina dello Sport, intervistato in qualità di membro dell’equipe del Poliambulatorio specialistico Sanitas di Villalba.
La visita dal medico sportivo serve al solo fine di ottenere il certificato di idoneità alla pratica sportiva. FALSO
Lo Specialista in Medicina dello Sport, oltre ad effettuare le visite per l’idoneità all’attività sportiva è la figura di riferimento per ricevere consulenze e interventi specifici su tutti gli aspetti e le problematiche relative allo Sport (valutazione funzionale, traumatologia, riabilitazione post-infortunio, alimentazione ecc.). Inoltre può operare anche al di là dell’ambito sportivo intervenendo come figura riabilitativa per promuovere la sport terapia, opportunamente controllata, anche per malattie croniche un tempo
considerate controindicazioni assolute all’attività fisica: ci riferiamo in particolare alle cardiopatie, alla bronchite cronica ostruttiva, alle arteriopatie, artoprotesi, riabilitazione respiratoria e neuromotoria (specie nei post ictus).
Il Medico Sportivo può sottoporre a visita soggetti in età evolutiva per indicare quale sia l’attività sportiva più idonea. VERO
La visita medico sportiva per la certificazione di idoneità prevede accertamenti sanitari generici. FALSO
Per diventare specialista in Medicina dello Sport si affronta un percorso di specializzazione che tocca diverse branche mediche e cioè cardiologia, pneumologia, ortopedia e traumatologia, oculistica e medicina interna (non a caso il Dottor Scarcìa è anche medico internista, presso il San Raffaele Pisana di Roma). Pertanto il medico sportivo, nell’esame per la certificazione di idoneità alla pratica sportiva, esegue non solo una visita cardiologica accurata, accompagnata da esami diagnostici mirati (quali elettrocardiogramma a riposo e post sforzo), ma si occupa altresì della parte pneumologica (effettuando un esame spirometrico) del controllo della vista e della visita dell’organo specifico riguardante la disciplina sportiva in esame.
Solo il medico dello sport è abilitato a rilasciare il certificato di idoneità allo svolgimento di un’attività sportiva agonistica. VERO
A questo proposito va precisato che per attività sportiva agonistica si intende quella praticata in modo continuativo, sistematico ed esclusivamente in forme organizzate dalle Federazioni sportive nazionali, dagli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI e dal Ministero della Pubblica Istruzione. Sono quest’ultime a stabilire le modalità e l’età d’inizio per effettuare la visita di idoneità sportiva agonistica specifica (es. 8 anni per il nuoto, 12 anni per il calcio, atletica leggera, arti marziali, 14 anni per il pugilato, etc.). Al di là di questi casi (e anche nell’ipotesi di gli alunni che svolgono attività fisico-sportive parascolastiche, organizzate cioè dalle scuole al di fuori dall’orario di lezione) si parla di attività non agonistica che impone ugualmente il certificato, che tuttavia può essere rilasciato anche dal medico curante, dal pediatra di libera scelta esclusivamente ai propri mutuati e dai medici aggregati alla federazione medici sportivi italiani.
Quando il medico sportivo rileva il cosiddetto soffio al cuore è tenuto a non rilasciare mai certificato di idoneità all’attività sportiva. FALSO
Il medico sportivo sarà in grado di distinguere il soffio patologico da quello funzionale e solo nel primo caso prescriverà accertamenti di secondo livello.
Chi intende praticare attività ludico motoria e amatoriale ( e cioè attività prive di competizione, come per esempio andare in palestra o giocare a calcetto con gli amici) non è per legge obbligato a produrre il certificato di buona salute. VERO
Tale obbligo è stato abolito dal Ministero della Salute nel 2013. Tuttavia il certificato di sana e robusta costituzione continua ad essere necessario qualora a richiederlo sia il regolamento interno della struttura presso cui si pratica tale attività. In tal caso può essere rilasciato da tutti i medici anche in assenza di specializzazione.