Monterotondo – La solidarietà per i bambini in ospedale viaggia sulle auto storiche delle forze dell’ordine

Gli appassionati e i semplici cittadini hanno potuto ammirare i mezzi facendo nel contempo beneficienza, contribuendo con l’acquisto del Calendario “Cuori Blu 2016” dedicato proprio agli storici mezzi istituzionali. Scopo della raccolta? Ottenere fondi con cui comprare dei giocattoli che gli associati del Club consegneranno di propria mano ai bambini dell’ospedale Bambino Gesù di Polidoro.

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Le auto in mostra
Durante le due giornate eretine, sono state tre le vetture esposte dal club. Tutte vetture che gli associati hanno recuperato in stato quasi di abbandono, e che sono state restaurate per tornare a splendere come un tempo. Volanti preziose non solo per la loro unicità, ma anche per la storia che ognuna di loro ha vissuto negli anni di servizio. Presenti l’Alfa 75 del 1991, auto dei Carabinieri che per prima arrivò sul luogo della strage di Capaci dando l’allarme via radio; una Giulietta 1800 del ’85, con la quale la Polizia faceva da scorta a Roma per il Papa; e infine un’Alfa Sud del ’82 appartenuta ai Vigili del Fuoco di Bologna, l’unica in Italia ad essere conservata in perfette condizioni.
Attraverso queste e le molte altre vetture possedute dal Club, le donne e gli uomini del Lampeggiante Blu promuovono la propria causa benefica, la quale ha assunto negli anni i tratti di una vera e propria missione.

 

La missione benefica

“Invaderemo le corsie dell’ospedale di Polidoro con i giocattoli, portandoli ai bambini a bordo di queste vetture – ha spiegato Luigi Altavilla, presidente della onlus – Ci teniamo che questi doni arrivino direttamente nelle mani dei bambini, per questo non facciamo bonifici a nessuno: ci imbarchiamo noi del
compito di comprare i doni e di consegnarli di persona ai piccoli, vestiti da Babbo Natale. E poi se lo vorranno li faremo girare sulle auto, o provare le sirene e l’apparato radio”.

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Alfa 75 Alfa Sud

Questo incarico viene svolto dall’associazione da ormai otto anni, da quando gli associati si sono accorti che durante i raduni d’auto d’epoca i piccoli restavano rapiti dalle divise delle Forze dell’Ordine, dai lampeggianti e dall’apparato radio delle auto. Così dall’emozione dei più piccoli è nata l’idea di usare gli ex mezzi militari per fare del bene, specialmente nei confronti dei bambini più sfortunati e delle famiglie di quelli che soffrono. Da qui l’idea di divenire una onlus, formando un club di auto d’epoca istituzionali con fini benefici, e di imbarcarsi nell’impresa di compiere una beneficenza che fosse diretta.

L’attività del Club
Prima di divenire una onlus, l’associazione si occupava del recupero delle auto “in divisa”, con l’intento di salvaguardare una parte della storia e del patrimonio che le istituzioni non erano in grado di mantenere. Ora queste auto come numero superano la settantina, e sono suddivise sul territorio Nazionale tra i vari proprietari.
“Attualmente siamo un museo itinerante e sarebbe bello che ci fosse una struttura in grado di ospitare tutte le auto.” – ha spiegato l’Eretino Michele Gorra, tenutario della Sezione di Monterotondo – “Questa città potrebbe essere un ottimo specchietto per questo progetto.”

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auto Giulietta 1800 auto soci

Gorra è poi tornato a parlare del lavoro umanitario svolto dal Club, ripercorrendo alcune delle imprese svolte: “Da anni organizziamo eventi in prima persona, o partecipiamo a iniziative umanitarie in giro per il mondo, portando le nostre Gazzelle e Pantere cariche di giocattoli fino agli ospedali. Partecipiamo a eventi per raccogliere fondi per le famiglie in difficoltà o per sostenere economicamente i disabili. Siamo stati ospiti del Governo Francese e di quello Belga, e abbiamo rappresentato l’Italia nel Festival del Film Poliziesco in Francia. Negli anni abbiamo contribuito anche alla lotta al tumore al colon e sosteniamo un orfanotrofio in Marocco. Siamo fieri di aver trasformato la nostra passione di recupero e restauro di autovetture in un gesto di amore verso i bambini, regalando loro speranza e sorrisi”.

 

In marcia verso Polidoro
Chiusa la tappa eretina, assieme ad altri 50 mezzi, le vetture si sono recate domenica mattina a Roma in piazza Garibaldi, presso il Gianicolo, dove al colpo di cannone le auto sono partite verso l’ospedale di Polidoro. Scortando a sirene spiegate il prezioso carico di speranza.

Eugenio Nuzzo

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