Oltre due/terzi delle imprese italiane ha avuto pesanti diminuzioni di fatturato nel periodo tra giugno e ottobre: lo segnala l’Istat nel suo rapporto “Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria Covid-19”.
Il 32,4% (con il 21,1% di occupati), sottolinea l’Istituto Nazionale di Ricerca, rivela rischi operativi e di sostenibilità della propria attività, mentre il 37,5% ha richiesto il sostegno pubblico per liquidità e credito, ottenendolo nell’80% dei casi.
Nel dettaglio. Il 68,4% delle imprese (che rappresentano il 66,2% dell’occupazione) dichiara una riduzione del fatturato nei mesi giugno-ottobre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel 45,6% dei casi il fatturato si è ridotto tra il 10% e il 50%, nel 13,6% si è più che dimezzato e nel 9,2% è diminuito meno del 10%.
Non è finita qui: 6 imprese su 10 prevedono perdite di fatturato tra dicembre e febbraio, sempre in relazione al 2019, la maggior parte (il 40%) tra il 10 e il 50%, nel 15,1% di oltre il 50% e nel 6,4% di meno del 10%.
Limitare la crisi
Nonostante la crisi, però, il 25,8% delle imprese (che occupano il 36,1% degli addetti) è orientata ad adottare strategie di espansione produttiva. Tanto è vero che la diffusione della vendita di beni o servizi mediante il proprio sito web è quasi raddoppiata, coinvolgendo il 17,4% delle aziende: dunque l’online viene sempre più visto come una reale soluzione per non arrendersi al disastro, ma su tale versante le piccole-piccolissime aziende non sono molto ricettive.
Ma chi sono le imprese soggette dell’indagine? I quattro quinti, pari a 804 mila, cioè il 78,9% del totale, sono microimprese (con 3-9 addetti in organico), 189 mila (pari al 18,6%) appartengono al segmento delle piccole (10-49 addetti) mentre sono circa 22 mila quelle medie (50-249 addetti) e 3 mila le grandi (250 addetti e oltre) che insieme rappresentano il 2,6% del totale. A livello geografico, il 21,5% opera al Centro.
Almeno 17mila aziende non pensano di riaprire
Nel corso della rilevazione, il 68,9% delle imprese ha dichiarato di essere in piena attività, il 23,9% di essere parzialmente aperta – svolgendo la propria attività in condizioni limitate in termini di spazi, orari e accesso della clientela. Il 7,2% ha invece dichiarato di essere chiuso: si tratta di circa 73 mila imprese, che pesano per il 4,0% dell’occupazione. Di queste, 17mila (pari all’1,7% delle imprese e allo 0,9% degli occupati) non prevedono una riapertura. Riguardano soprattutto servizi non commerciali, con in cima alla lista le attività sportive. Significativa rimane la quota di aziende della ristorazione: circa 30mila imprese di cui 5 mila non prevedono di riprendere. Sono quelle totalmente escluse da attività di smartworking