Dia allarme mafie

Le mafie all’assalto delle aziende in difficoltà: allarme della Dia

La Dia, Direzione investigativa antimafia, lancia l’allarme sulle mafie che mettono le mani sulle aziende vulnerabili: e le risorse del Recovery Plan fanno molta gola alla criminalità

Le mafie ancora più agguerrite sulle aziende in difficoltà causa Covid: lo segnala la Dia nella sua ultima relazione semestrale. Secondo la Direzione investigativa antimafia, la pandemia rappresenta una “grande opportunità” per i diversi tipi di criminalità organizzata e lo snellimento delle procedure d’affidamento degli appalti e dei servizi pubblici comporterà “seri rischi di infiltrazione mafiosa dell’economia legale, specie nel settore sanitario”. Inoltre, è “oltremodo probabile”, avverte ancora la Dia, “che i clan tentino di intercettare i finanziamenti per le grandi opere e la riconversione alla green economy”. Un piatto ricco, dunque, di cui le mafie tendono a impossessarsi. Anche la Coldiretti, proprio in relazione ai dati del report Dia, segnala una forte preoccupazione delle infiltrazioni mafiose nella filiera agroalimentare, con la ristorazione indebolita finanziariamente dal crack di 41 miliardi nel 2020. Il tentativo è sempre lo stesso, incuneare i tentacoli della criminalità in modo sempre più profondo, in ogni settore economico approfittando della crisi di liquidità generata dal coronavirus in molte imprese, puntando pure ad incrementare il consenso sociale anche attraverso forme di assistenzialismo persino ai privati. Il rischio concreto è che le attività imprenditoriali medio-piccole possano essere fagocitate nel medio tempo dalla malavita, “diventando strumento per riciclare e reimpiegare capitali illeciti”.

Le indagini della Dia sottolineano come le mafie abbiano continuato ad agire sottotraccia, lasciando relativamente da parte (ovviamente non abbandonando, come ci segnalano i fatti di cronaca) le cosiddette “attività criminali di primo livello”, cioè traffico di droga, estorsioni, ricettazione, rapine, che sono in calo, concentrandosi su riciclaggio, scambio elettorale politico-mafioso (soprattutto al sud), corruzione. Sembra stabile l’usura, testimonianza tuttavia di una pressione comunque esercitata sui territori, “segnali embrionali” che però impongono un’attenzione ancora più alta da parte delle istituzioni, perché le mafie si stanno organizzando per mettere le mani sulle “ingenti risorse destinate al rilancio dell’economia del Paese” come quelle molto appetibili del Recovery Plan.

 

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