TIVOLI - Troppi topi, le suore radono al suolo il Boschetto sottoposto a vincolo

Blitz in Centro storico dei Forestali e della Soprintendenza: aperta un’indagine

Quando si sono presentati sul posto devono essersi messi le mani tra i capelli.

I tronchi di robinie e alianto tagliati in via degli Stabilimenti a Tivoli

Decine e decine di esemplari di robinie e di alianto, il cosidetto albero del paradiso, rasi al suolo in uno dei luoghi più suggestivi di Tivoli e sottoposto a vincolo paesaggistico.

Così ieri, giovedì 4 luglio, i Carabinieri Forestali di Guidonia e i funzionari della Soprintendenza Archeologica hanno scoperto lo scempio in via degli Stabilimenti sul costone adiacente al Convento delle Suore Oblate del Sacro Cuore sito in Vicolo Ciaccia.

Secondo le prime informazioni raccolte dal quotidiano on line della Città del Nordest, il taglio di 50 alberi sarebbe avvenuto con l’autorizzazione del Comune di Tivoli per ragioni igienico-sanitarie a causa della presenza di topi, ma senza il necessario nulla osta da parte della Soprintendenza.

Per chiarire la vicenda e accertare eventuali responsabilità i Forestali stanno acquisendo documentazione utile all’indagine.

 

Sopra, come era il Boschetto di via degli Stabilimenti

 

La scoperta di ieri fa seguito ad una segnalazione trasmessa il primo luglio da Miranda Ginevra Astrea Daniela Weilenmann al sindaco di Tivoli, ai Dirigenti dei settori Ambiente, Urbanistica, Polizia Locale, oltre che ad Asa, Regione Lazio, Lipù Lega Italiana Protezione Uccelli, Carabinieri Forestali e Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggistico.

Nella nota la contessa, che da 24 anni vive nel Centro storico di Tivoli, ha segnalato che dal 6 all’11 Giugno, ovvero qualche giorno prima della tornata elettorale, in coincidenza con il periodo della nidificazione, il Convento ha tagliato il Boschetto con l’autorizzazione del Comune.

Le ragioni che avevano spinto la nobildonna erano da ricondurre innanzitutto al rispetto e alla salvaguardia della Natura.

“Tale operazione deve essere compatibile con la conservazione della biodiversità e la fauna selvatica – si legge nella segnalazione di Miranda Weilenmann – Pertanto non poteva essere effettuata nel periodo della nidificazione dell’avifauna, che va da marzo ad agosto dove siano presenti nidi di uccelli o tane abitate da piccoli mammiferi, utilizzati come dormitorio o posatoio da specie rare o di pregio.

Infine è vietato effettuare potature di siepi e alberi impiantati sul suolo pubblico, che danneggino o rimuovano nidi o ricoveri utilizzati da uccelli o altri animali nel periodo riproduttivo. Senza contare poi che, in caso contrario, si viola anche la Direttiva europea (n. 2009/147/CE ) sulla conservazione degli uccelli, che vieta assolutamente i tagli di rami e alberi nel periodo di nidificazione”.

“Inoltre – prosegue la contessa – è stata presentata dal Convento una perizia redatta e sottoscritta da un Agronomo, secondo quanto mi è stato riferito dall’ Ufficio Ambiente del Comune di Tivoli, quale non si è attivato per avere un ulteriore parere da parte dei Carabinieri della Forestale, visto che anch’essi sono persone altamente specializzate in questa particolare e delicata materia.

Chi più di loro poteva verificare al meglio per quanto riguarda la scelta degli interventi urgenti dettati da ragioni di sicurezza e incolumità pubblica riguardante l’abbattimento di questo Boschetto e la stabilità del terreno?

Se si voleva dar seguito all’Ordinanza emessa dal Comune di Tivoli contro gli incendi è bene precisare che il Rione Castrovetere e la valle sottostante non hanno mai subito la violenza del fuoco, perché è una fertile terra d’acqua.

Né può essere una motivazione la presenza dei ratti, che esistono non a causa del Boschetto, ma per l’immondizia accumulata nelle ex cartiere, non rimossa da molto tempo, ancor più scandalosa quando si consideri che a pochi metri di distanza sono ubicati Villa Gregoriana, il Tempio Vesta, Tempio della Sibilla e il Tempio di Ercole Vincitore, mete di migliaia di turisti ogni anno.

Le condizioni in cui versa quest’area sono imputabili anche all’incuria e al disprezzo che molti cittadini nutrano nei confronti dei cosiddetti “Beni Comuni”, spesso oggetto di atti vandalici, nella convinzione ciò che è pubblico, poiché è di tutti, non è di nessuno”.

“L’abbattimento degli alberi – prosegue Miranda Weilenmann – non comporta conseguenze soltanto per i volatili, che li utilizzano come palestra e trampolino per le loro prime esperienze di volo; essi sono un luogo di protezione e ristoro sia per loro che per noi. Inoltre l’albero è la casa delle api selvatiche e tanti insetti variegati, e il luogo dove gli uccelli si nutrano insegnando a fare altrettanto ai loro piccoli; esso, l’albero è seme, fiore, frutto e donatore di vita, è un àncora di Salvataggio, ma anche luogo piacevole d’incontro, è un luogo educativo per eccellenza in cui è la natura che domina armoniosamente consentendo agli animali di vivere liberamente, secondo il proprio istinto.

L’albero poi conserva la stabilità del suolo, purifica le acque e ne protegge le riserve.

Conserva specie rare o minacciate. Mitiga gli eccessi climatici, delle zone circostante.

Fissa l’anidride carbonica pericolosa per l’effetto sera; inoltre migliora la qualità dell’aria; attutisce i rumori assordanti ed è fonte di benessere fisico e psichico per le persone, che possono trovare gioia e piacere a contatto con il mondo vegetale e la fauna selvatica.

Gli alberi, anche i più piccoli, contribuiscono alla pulizia dell’aria: un ettaro di bosco elimina 15 tonnellate di particolato all’anno.

Per questi motivi la conservazione di questo Boschetto doveva essere un obiettivo primario del Ufficio Ambiente del Comune di Tivoli che avrebbe dovuto autorizzare la potatura degli alberi dopo il periodo della nidificazione, non il loro abbattimento.

In conclusione, chiedo il ripristino urgente del Boschetto delle Suore Oblate secondo quanto è espresso dal modulo del vostro Ufficio Ambiente relativi alla autorizzazione taglio alberature su proprietà privata: è fatto obbligo di sostituire le piante tagliate con altrettante specie arboree, autoctone e consone alle caratteristiche del luogo debitamente sviluppate e strutturate in base alla morfologia del sito, producendo idonea documentazione probante l’avvenuta piantumazione delle nuove essenze entro e non oltre 15 giorni dal taglio”.

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